Dopo la consueta pausa invernale, torna puntuale “Giorniverdi Primavera 2010”, il programma integrato di iniziative, strutture e attività istituzionali promosso dall’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli e dal Sistema regionale delle Aree protette per lo sviluppo del turismo educativo e sociale all’interno di parchi, riserve e monumenti naturali del Lazio

Tornano i giorni verdi nel Lazio

  In viaggio tra gusto e cultura  

Il programma, coordinato dall’Agenzia Regionale per i Parchi (ARP) www.parchilazio.it, raccoglie le attività più piacevoli e appassionanti organizzate dalle Aree protette, in un calendario ricco di appuntamenti da marzo a maggio 2010, che unisce arte (musica, pittura, fotografia, laboratori artigianali) e natura. Tra queste attività si distingue l’iniziativa “Parco anch’io”, che offre ai cittadini una serie di escursioni gratuite con partenza in pullman da Roma e destinazione le aree protette che propongono ai visitatori una giornata a contatto con la natura, le tradizioni e i tesori del territorio laziale, per un turismo più sostenibile.

Quest’anno l’ARP ha deciso di valorizzare un tema importante per i nostri parchi: la tutela della Biodiversità. Le Nazioni Unite hanno dichiarato infatti il 2010 Anno Internazionale della Biodiversità  per ricordare il ruolo fondamentale che la biodiversità svolge nell’assicurare la vita sulla terra e invitare tutti gli Stati del mondo a lavorare per salvaguardare la varietà della vita sulla terra. Numerose le attività previste per la promozione della biodiversità nel mondo. Molti paesi lanceranno campagne di comunicazione, organizzeranno eventi, conferenze e altre manifestazioni sul problema della perdita della biodiversità. Tra queste ricordiamo che l’IUCN (The World Conservation Union) www.iucn.it, il più grande network al mondo di esperti ambientali e associazioni non governative, ha lanciato l’iniziativa Countdown 2010 (“Conto alla rovescia 2010”) www.iucn.it/news/20050610-impegni.htm con l’obiettivo di ricordare ai vari governi gli impegni presi e sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema.

Il Lazio è una delle regioni europee e mediterranee maggiormente interessanti e altamente rappresentativa della biodiversità dell´intera penisola. Per quanto riguarda la ricchezza di specie, almeno per gli organismi più studiati e per i quali si dispone di dati più completi, il Lazio ospita circa il 50% delle specie presenti in tutta Italia.

Particolare attenzione quindi, in questa edizione di Giorniverdi Primavera 2010, è stata data proprio alla valorizzazione e promozione della Biodiversità nelle aree protette del Lazio. Nel programma, scaricabile all’indirizzo http://www.parchilazio.it/documenti/pubblicazioni/63_allegato1.pdf, si possono trovare escursioni, passeggiate, attività, ma anche laboratori per bambini e famiglie, che aiuteranno a scoprire l’immenso patrimonio naturalistico dei parchi laziali e i tesori di questa regione.

Il riavvio del programma Giorniverdi è stato pubblicizzato il 27 marzo dall’ARP con una visita guidata per la stampa nella Riserva Naturale Regionale di Monterano http://www.monteranoriserva.it/ , una giornata alla scoperta della primavera in una delle più interessanti e affascinanti aree protette del Lazio.

La Riserva Naturale di Monterano, istituita nel 1988, tutela uno degli angoli più rappresentativi ed intatti della Tuscia Romana, tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini.

La Riserva Naturale, dopo un ampliamento dei suoi confini nel 1993, copre oggi poco più di 1.000 ettari di terreno, che custodiscono una grande varietà di ambienti ed una esuberante biodiversità. Boschi collinari, forre vulcaniche con vegetazione tipica e felci rarissime, prato-pascoli con la loro tipica flora e fauna; il tutto attraversato da un corso d’acqua, il fiume Mignone, incluso nei Siti di Interesse Comunitario che costituiscono patrimonio dell’intera Unione Europea nell’ambito della Rete Natura 2000.

Di grande interesse storico-archeologico, ma anche fonte di continue suggestioni panoramiche, la città “morta” di Monterano, con il suo palazzo ducale, l’acquedotto su ardite arcate, la splendida fontana berniniana del leone, il Convento di S. Bonaventura  e il tessuto di edifici minori che spesso affondano le loro radici su antiche preesistenze etrusche. Oggi questo ricco patrimonio culturale, grazie alla presenza dell’area protetta, è oggetto di accurati restauri conservativi che contrastano l’incessante opera demolitrice del tempo.

Monterano era stata abitata fin dall´età del bronzo ma divenne fiorente, sia culturalmente che economicamente, in epoca etrusca, tra il V e il IV secolo a.C.. La cittadina Manturanum, identificata con Monterano, fu di nuovo fiorente in epoca alto medievale: diventò sede episcopale della potente diocesi che comprendeva le terre tra il lago di Bracciano e i monti della Tolfa. Nel XI secolo divenne proprietà dell´abbazia di San Paolo in Roma che dotò il borgo di una torre quadrangolare in seguito inserita nel palazzo ducale. Monterano nell´epoca dei comuni mantenne la propria importanza, dato che si trovava strategicamente su una via consolare.

L´abitato divenne feudo degli Anguillara nel XIV secolo, quindi ducato in mano a famiglie vicine al Papato che si succedettero nel tempo, tra cui gli Orsini. Nel XVII secolo venne realizzato l´acquedotto che emerge in superficie proprio nei pressi del borgo, ancora ben conservato.

L´edificio più imponente al centro di Monterano è il Castello, probabilmente risalente all´epoca vescovile dell´VIII secolo. La roccaforte, che porta le testimonianze di numerose modifiche architettoniche succedutesi nei secoli, subì una notevole trasformazione in epoca barocca. Nel 1679, per volere del Principe Altieri, Gian Lorenzo Bernini riprogettò la Fortezza Monteranese trasformandola in un palazzo ducale, decorando la parete esterna su Piazza Lunga con una fontana sulla quale domina la statua di un leone, da cui il nome di Fontana del Leone.

Della stessa epoca è il convento di San Bonaventura, di Mattia de Rossi su progetto del Bernini, altra architettura notevole oggi visibile in una zona pianeggiante al di fuori dal borgo diroccato al cui centro emerge la fontana ottagonale.

Man mano che Monterano perse importanza commerciale si spopolò a poco a poco, il convento divenne proprietà dei Secolari e in seguito dell´eremo di Monte Senario. Nel 1799, a seguito di una disputa per il grano tra i cittadini di Monterano e quelli di un borgo vicino, un saccheggio da parte delle truppe napoleoniche decretò il declino del borgo di Monterano, da cui era destinato a non riprendersi, concausa la malaria, e quindi il suo abbandono: gli ultimi abitanti si trasferirono nei comuni di Canale e di Montevirginio.

Il visitatore che si aggira tra i ruderi di Monterano prova spesso un senso di “déjà vu”: infatti la città morta è un vero e proprio set cinematografico, ed è stata teatro di numerosi film come il Marchese del Grillo, Ben Hur, e tanti altri.

Visitare la Riserva Naturale Monterano significa immergersi in un viaggio nel tempo: tempo dell’uomo con le sue vicende antiche di oltre 3.000 anni, ma anche i tempi molto più lunghi della Natura, che ha modellato questo paesaggio straordinario. Nonostante non manchino ogni tanto gli assalti dell’urbanizzazione, che rischiano di deturpare gli angoli più suggestivi della Riserva (vedi ad esempio http://www.monteranoriserva.com/wp/wp-content/uploads/file/PonteAntico_27-03-2010.pdf), la Riserva di Monterano resta una meta ideale per le gite domenicali dei Romani. Una visita che va fatta prendendosi il tempo dovuto, con calma, soffermandosi sugli spettacolari paesaggi ma anche su piccoli particolari: il volo di una libellula sull’acqua, il gorgogliare di una polla di acqua sulfurea nascosta nella vegetazione, il passaggio furtivo di un picchio o la ricerca, osservando il cielo soprattutto dopo il levarsi del vento, dei grandi rapaci in volo.

Ugo Dell´Arciprete

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