Il terzo film del norvegese Rune Denstad Langlo, esordiente nel lungometraggio di finzione, è un road movie ambientato sulle nevi

Nord (Nord, Norvegia, 2009)

  Cultura e Spettacoli  

Iomar, un ex campione di sci depresso, addetto ad un impianto sciistico, non vuole più lavorare, soffre di mal di testa e cade sempre più in depressione. Un giorno il suo ex migliore amico, che gli aveva rubato la ragazza, si presenta alla sua porta e gli rivela che il figlio di 4 anni è in realtà suo figlio. Iomar allora decide di partire con la sua motoslitta per arrivare al nord della Norvegia e, attraversando metà del paese verso settentrione, tra paesaggi sconfinati e perennemente innevati, ricercare un figlio che non ha mai conosciuto e che ha appena saputo di avere.

Durante il suo viaggio, con un tasso alcolico da far paura, Iomar incontra vari tipi di persone: una ragazzina che vive sola con la nonna, un iperagitato contadino poco più che ventenne, un vecchio accampato su un lago ghiacciato.

Iomar compie anche un percorso esistenziale, tutto interiore, che serve a far crescere lui e i suoi nuovi amici e a superare le paure.

La Norvegia, che regala un punto di valore alla pellicola, viene descritta come una terra ostica, difficile da vivere, innevata, bianca e fredda, con poche casette sparse qua e là in cui vivono persone solo che hanno bisogno di qualcuno con cui scambiare due parole.

Il film, non lungo, é piuttosto divertente, intrattiene lo spettatore e lo invoglia a seguire, con interesse, il viaggio del protagonista, anche grazie alla qualità della sceneggiatura, opera di Erlend Loe, uno degli scrittori di punta della letteratura norvegese contemporanea.

Il documentarista Langlo e la sua troupe hanno girato il film in 34 giorni dal vivo, in condizioni terribili, con una temperatura quasi sempre sotto i 25° e con un forte vento costante.

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