In occasione di un convegno sul tartufo abbiamo scoperto una cittadina medievale, con mura antiche, porte in pietra, monumenti, chiese, rinomata per le sue fabbriche di confetti

Sulmona ... la città dei confetti … e non solo

  In viaggio tra gusto e cultura  

Sabato 1° luglio a Sulmona si è svolto il convegno “Tartufo d’Abruzzo: dal prodotto al territorio”, organizzato dalla Carsa di Pescara per conto del “Consorzio Tuber il Tartufo abruzzese”, di cui parliamo in un articolo nella rubrica alimentazione.

L’occasione ci ha permesso di conoscere Sulmona, che ha dato i natali, nel 43 a.C., a Publio Ovidio Nasone, uno dei massimi poeti latini dell´età di Augusto, morto in esilio a Tomi sul Mar Nero nel 17 d.C. Da uno dei versi di Ovidio “Sulmo mihi patria est” derivano le lettere che concorrono a comporre lo stemma civico: S.M.P.E. La statua bronzea di Publio Ovidio Nasone, opera di Ettore Ferrari (1925), è nella centralissima Piazza XX Settembre.

La città, che è facilmente visitabile a piedi, è in Abruzzo, regione da molti definita "Polmone Verde d´Europa" per la densità di vegetazione per territorio, appartiene alla provincia dell´Aquila ed è situata nel cuore del Parco Nazionale della Majella, la "montagna madre", che riproduce il profilo di una donna supina.

La visita della città può cominciare da Piazza XX Settembre, comunemente chiamata “Piazza Venti” abbreviandone il nome, dove troviamo il Teatro Comunale e i Portici caratteristici, che ci conducono in Corso Ovidio, l’arteria principale, che attraversa la città in lunghezza ed è dedicata al passeggio pedonale.

Proseguendo verso sud troviamo la Fontana del Vecchio, sormontata da una testa barbuta, da cui prende il nome, costruita nel 1474 in eleganti forme rinascimentali per iniziativa di Polidoro Tiberto da Cesena.

La fontana è addossata al primo pilone dell´Acquedotto Medioevale, esempio straordinario di antica ingegneria idraulica: costruito nel 1256, come attesta un´iscrizione in caratteri longobardici murata tra due arcate dell´ultimo tratto, l’acquedotto è costituito da una magnifica sfilata di 21 arcate ogivali (2 sono a tutto sesto) liberate nel 1962 dalle costruzioni che le imprigionavano in gran parte. Di fronte c´è la Chiesa di San Francesco della Scarpa, che prende il nome dai frati che l´officiavano, che, a differenza degli zoccolanti, erano calzati di scarpe (Si ritiene fondata da Carlo II d´Angiò nel 1290 sul posto di una più piccola dedicata alla Maddalena. Gravemente rovinata dai terremoti del 1456 e del 1706, fu rifatta. Della prima costruzione, a tre navate, conserva il portale ogivale di tipo romanico. Un tratto del fianco e di un abside sono rimasti isolati dal resto) e poco più avanti Piazza del Carmine.

Attraverso gli archi dell´Acquedotto, è possibile scorgere sullo sfondo la montagna del Morrone e in primo piano Piazza Garibaldi, con al centro la Fontana Monumentale, alle cui spalle svetta la facciata gotica della Chiesa di San Filippo Neri. A destra dell´Acquedotto, su un lato della stessa piazza, c´è la Chiesa di Santa Chiara, restaurata di recente, con la Ruota di legno, dove le madri abbandonavano i figli che non potevano accudire.

A Pasqua, in Piazza Garibaldi c’è la suggestiva rappresentazione della “Madonna che scappa” per rappresentare la corsa della Vergine, inizialmente incredula, verso il figlio risorto e simboleggiare la forza dell´amore materno e la vittoria della vita e della speranza sulla morte e la disperazione.

Sempre in Piazza Garibaldi, a partire dall´ultima settimana di luglio, si tiene la Giostra Cavalleresca e il Corteo storico in abiti medioevali. L´antica Giostra Cavalleresca risale agli Svevi, fu molto in voga al tempo degli Aragonesi. Venne sospesa alla metà del ´600 per mancanza di cavalieri, ma fu poi ripresa nel 1995. Insieme alla classica gara si organizza anche una Giostra Europea, che nella prima domenica di agosto è dedicata al duello tra i paesi europei gemellati con Sulmona.

Proseguendo lungo il Corso, sulla destra, si apre Piazza Plebiscito con la Chiesa di Santa Maria della Tomba, che prende il nome da numerosi ritrovamenti di resti umani.

Il centro storico termina con Porta Napoli, costruita con paramento in pietra, nella sua fronte esterna presenta l´arco ogivale sormontato da un´ampia finestra anch’essa ogivale. Comprende pietre lavorate provenienti da altri edifici. E’ una delle porte rimaste ancora intatte delle 12 che un tempo davano accesso all´antica cinta muraria. Eretta nella prima metà del ´300, forse è la più monumentale di tali porte. Partendo sempre da Piazza XX e facendo il percorso opposto, ci si dirige alla Villa Comunale ed alla Chiesa della SS. Annunziata, il più bel complesso architettonico della città, formato dall´unione del Palazzo dell´Annunziata, fondato nel 1320 dalla Confraternita della Penitenza, con l´adiacente Chiesa dell´Annunziata distrutta dal terremoto del 1456, rifatta agli inizi del 500, nuovamente abbattuta dal terremoto del 1706 e ricostruita su disegno di Pietro da Milano (1710) da Norberto di Cicco da Pescocostanzo.

Proseguendo si arriva fino alla Cattedrale, dedicata a San Panfilo, Patrono della città, che risale all´VIII secolo: non perdete il crocefisso ligneo e la cripta.

Giovanni Scotti

Ulteriori informazioni e per escursioni: www.labelladdormentatabruzzo.it

Per il soggiorno: www.hotelovidius.it (a pochi passi dalla cattedrale)

Per i confetti: Confetti D´Alessandro, Confetti Di Carlo, Confetti Ovidio, Confetticio Pareggi, Confetti Pelino, Confetti Rapone

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