Il film tratto dall’omonimo libro di Giampaolo Pansa è al cinema dall’8 maggio

Il sangue dei vinti (e dei vincitori) di Michele Soavi

  Cultura e Spettacoli  

Italia, 19 luglio 1943. Storia di una famiglia lacerata dalle divisioni politiche verso la fine della II Guerra Mondiale.

Il commissario Francesco Dogliani (Michele Placido) cerca di risolvere un caso di omicidio, avvenuto durante il bombardamento degli alleati dello scalo ferroviario di San Lorenzo, in cui ha trovato la morte anche Costantina (Barbara Bobulova), una giovane prostituta, madre di una bambina, uccisa con un colpo d´arma da fuoco nel suo appartamento romano. Il delitto sembra interessare anche le autorità che fanno di tutto per ostacolare le ricerche del poliziotto. Nel frattempo il fratello di Dogliani, Ettore, (Alessandro Preziosi), si aggrega alle brigate partigiane mentre sua sorella, Lucia (Alina Nedelea), decide di arruolarsi nella X Mas entrando così nella milizia della Repubblica di Salò. Le fasi concitate e sanguinose della Liberazione segneranno profondamente le esistenze di tutti i protagonisti.

Costruito come un lungo flashback sui ricordi di un sopravvissuto alla guerra civile italiana, l´adattamento del Sangue dei vinti di Giampaolo Pansa, però, ci è parso sgraziato. Sebastiani e Sacchetti, i due sceneggiatori, nell’adattare il testo scritto, non sono sempre plausibili, alcuni episodi sono eclatanti ed spesso le coincidenze non sono verosimili. La recitazione è fastidiosamente enfatica, farcita di sguardi smarriti. La fotografata in grigio, poi, non sottolinea il patema, ma lo provoca.

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