In un film drammatico il regista rilegge con sensibilità registica la favola nera di Niccolò Ammaniti

Come dio comanda di Gabriele Salvatores

  Cultura e Spettacoli  

Il film, al cinema dal 12 dicembre, distribuito da 01, è sostanzialmente fedele al dettato dell’omonimo romanzo, con qualche minima variante e alcuni interventi chirurgici, grazie alla sceneggiatura di Salvatores, Ammanniti ed Antonio Manzini.

In una landa desolata del Friuli, bagnata da piogge e acquitrini, tra cave di pietra, case sparse e anonimi centri commerciali, vivono un padre e un figlio, Rino e Cristino Zena, uniti da un amore viscerale, che tirano avanti un´esistenza orgogliosa che reagisce alla prepotenza del prossimo e all´ingerenza dei servizi sociali.

Il padre Rino Zena (Filippo Timi), disoccupato e ostinato, è costretto a lottare contro la logica implacabile di un assistente sociale che minaccia di togliergli il figlio, unica e reale possibilità d´amore, e il loro elementare diritto di essere una famiglia.

Il figlio Cristiano è un adolescente timido e irrequieto che i compagni schivano e le ragazzine umiliano. Rino lo educa come può, come sa. inculcandogli principi sbagliati, razzisti, maschilisti, nazionalsocialisti e spesso violenti..

Soli contro il mondo e contro tutti, hanno un solo amico: Quattro Formaggi, un disgraziato offeso da un incidente con i fili dell´alta tensione e ossessionato da Dio, dal presepio e da una biondissima pornodiva. Quattro formaggi vive per Rino, adora Cristiano, e passa le sue giornate in casa costruendo uno strano presepio, fatto di pupazzi, soldatini, bambole e oggetti che lui recupera dalle discariche della città.

Poi in una notte di tempesta, dove i lampi squarciano il cielo e la pioggia inzuppa case, campi e uomini, nel bosco che circonda la cittadina, accade la tragedia....

Come in Shakespeare, anche in questo film c’è un prima, una notte tempestosa e un dopo. Ci sono tre personaggi: un re, padre-padrone, un figlio-principe adolescente e un matto, un buffone.

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