Il 29 febbraio è arrivato nei cinema italiani il film diretto da Gavin Hood, presentato nella sezione premiere alla Festa del Cinema di Roma 2007

Rendition - Detenzione illegale

  Cultura e Spettacoli  

Il sudafricano Gavin Hood, premio Oscar nel 2006 come miglior film straniero con Tsotsi, ha debuttato ad Hollywood con un thriller classico, ricco di suspence, da vedere, da non perdere, se si vuole aggiungere un altro tassello alla comprensione di cosa è l´America contemporanea, dopo l’11 settembre. Rendition, letteralmente consegna, rende pubblica un´aberrante e poco conosciuta consuetudine che i servizi segreti statunitensi - in particolare, la CIA - adottano nei confronti dei cittadini sospettati di far parte di cellule terroristiche di matrice islamica pronte a compiere attentati in Europa e negli Stati Uniti: il loro rapimento e trasferimento illegale come risposta agli attentati dell´11 settembre 2001 in carceri segrete possedute dalla CIA sul territorio di diversi stati. Il film, promosso da Amnesty International, è ispirato alla vera storia dell´ingegnere canadese di origini siriane Maher Arar, sottoposto a 11 mesi di tortura dopo essere stato prelevato da agenti Cia, il cui aereo ha fatto scalo, in una notte dell´ottobre 2002, all´aeroporto militare di Ciampino.

Nella pellicola la consegna straordinaria è quella di Anwar El – Ibraimi (Omar Metwally), cittadino egiziano da anni residente negli Stati Uniti, dove ha messo su famiglia ed occupato nel settore dell´ingegneria chimica, precipitosamente arrestato all´aeroporto di Washington dopo il ritorno da un viaggio di affari dal Sud Africa perché accusato di essere coinvolto in atti terroristici e trasferito in gran segreto in un carcere del Terzo Mondo per essere sottoposto a continue torture e ridotto a condizioni disumane affinché confessi il suo ruolo in una serie di attentati di matrice islamica in territorio occidentale. Al macabro spettacolo deve assistere Douglas Freeman (Jake Gyllenhall), agente della Cia addetto al reperimento delle informazioni durante gli interrogatori, che vive il proprio ruolo scomodo cercando di risolvere nel modo più onesto gli interrogativi che gli si agitano dentro.

Nel thriller, scritto da Kelley Sane, pieno di suspence, a volte al limite fra documentario e finzione, Hood descrive il fenomeno delle rendition nei suoi aspetti più inquietanti: la sparizione, la famiglia della vittima che non riesce a sapere cosa sia accaduto (la Whiterspoon interpreta una moglie alla ricerca del marito scomparso con una dignità che non lascia spazio a facili lagne), la politica che nega (Meryl Streep torna ad essere cattivissima, una stupenda incarnazione del Male), la mancanza di accuse chiare che giustifichino la procedura, la prigionia segreta, gli abusi, le umiliazioni, la tortura e le violazioni dei diritti umani fondamentali.

Giovanni Scotti

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