Con la Colonna dell’ospitalità e il MIB, Bertinoro è un luogo simbolico del dialogo e della pace

Bertinoro: tra i borghi più belli d’Italia

  In viaggio tra gusto e cultura  

Tempi turbolenti e difficili?

Andiamo a Bertinoro, in Romagna, città dell’ospitalità, dell’accordo e del dialogo.

Una città simbolo, davvero ideale per una breve vacanza all’insegna del sorriso, della storia e del buon vivere.

Come tutta la Romagna, Bertinoro è accogliente.

Un borgo pittoresco, persone adorabili, un’ottima enogastronomia.

Ma Bertinoro é anche tanto altro.

Ad esempio chi sa che qui c’è la Colonna dell’ospitalità? Sarebbe stata costruita dal giudice Guido del Duca nel 1200, per mettere fine alle dispute che sorgevano fra le famiglie nobili del tempo: ogni famiglia incastonava un proprio anello alla colonna, per un totale di 12 anelli. In tal modo i forestieri, usufruendone per legare il proprio cavallo, diventavano ospiti non solo della famiglia, ma dell'intera comunità, senza litigi, né dispute.

Una bella carta di presentazione per questa cittadina, appena nominata tra i Borghi più belli d’Italia, il che ne fa una meta sicuramente attrattiva.

La colonna si alza nella piazza centrale, dominata dalla mole neogotica del Palazzo del Comune, i merli e la torre campanaria e la mole altrettanto imponente della Cattedrale dedicata a Santa Caterina d’Alessandria.

Di fronte il panorama vastissimo fino all’Adriatico e alle spiagge di Rimini, che fa di Bertinoro il “balcone della Romagna”.

Alle spalle una serie di strade a selciato, che si inerpicano sul colle tra il verde, verso la Via delle vigne.

Si passeggia piacevolmente, scoprendo in basso la pianura verde ondulata, il profilo di altri colli fino alla sagoma inconfondibile di San Marino, costeggiando i grandi tableau dipinti dedicati alle operazioni della vendemmia.

Ancora più in alto si alzano le mura e la possente Rocca di Bertinoro.

Una lunga serie di vicende l’ha vista protagonista di lotte e conquiste: Ordelaffi, Malatesta, l’Albornoz si sono succeduti, fino a quando la Rocca diventò sede vescovile.

Tra fortezza e castello, la Rocca, simbolo di Bertinoro, è uno dei must da non perdere in un percorso di esplorazione.

Oggi ha una nuova vita come Centro di formazione universitaria.

Vivace e internazionale, rivela nelle sale più belle gli affreschi dedicati a celebrare le virtù monastiche.

Ma il gioiello più interessante della Rocca è il MIB, Museo Interreligioso Bertinoro, nato ufficialmente nel 2005, sulla scia dell’accordo interuniversitario del 1995 Mediterraneum, sottoscritto tra gli atenei di Bologna, Tessalonica, Tunisi, Ankara, Heidelberg, Gerusalemme, la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Pontificia Antonianum.

Il MIB nacque quindi come spazio dove le culture e le religioni monoteistiche potessero incontrarsi, conoscersi e dialogare, coniugando il valore della tolleranza e del rispetto.

Da allora la sede del Museo si trova all’interno delle parti più antiche della Rocca, cioè le segrete e la cisterna, risalenti al XII secolo.

E’ un unicum, che, insieme con la Colonna dell’ospitalità, fa davvero di Bertinoro un luogo simbolico del dialogo e della pace.

Scendiamo dalla Rocca per stradine sinuose tra case a colori pastello e lampioni in ferro battuto e scopriamo un altro angolo significativo: è la Giudecca, il quartiere ebraico, dove si riconoscono i grandi palazzi plurifamiliari in mattoni e conci di pietra, le formelle in terracotta che riproducono i motivi della cornucopia e della lampada del Ner Tamid.

Qui visse nella metà del sec. XV Ovadyah Yare, uno dei maggiori commentatori della Mishnah, conosciuto ancora oggi come il Bertinoro.

Bertinoro ha avuto anche l’onore di essere celebrata nel Purgatorio da Dante Alighieri, che trascorse gli ultimi anni della sua vita in questo territorio, ospite presso la corte di Guido Novello Da Polenta, allora signore di Ravenna.

Le sue terzine rivivono in alcuni totem dislocati nella cittadina, che fanno arrivare fino a noi, con voci di attori celebri, l’eco della sua poesia.

Tra antico e moderno le suggestioni non finiscono qui.

La storia del territorio è lunga, ricca e avvincente.

Anche una Pieve isolata nella campagna ha tanto da raccontare.

E’ la Pieve di Polenta, che si apre, nuda nei mattoni rossi, al termine di un suggestivo filare di cipressi.

Echi di leggende, passioni, tradimenti e morti drammatiche.

Protagonista assoluta qui è Francesca, figlia di dei signori Da Polenta, nata nel castello sul colle di fronte alla Pieve, forse battezzata qui, sposata per decisioni politiche a Gianciotto Malatesta, innamorata del cognato Paolo, sorpresa e uccisa con lui in un delitto d’onore.

Una storia che alla fine del 1200 ebbe grande risonanza, ma conquistò fama eterna attraverso le terzine memorabili del quinto canto dell’Inferno.

Dante, ospite dei Da Polenta, conobbe la storia e la celebrò come esempio di amore terreno peccaminoso.

In questa Pieve quindi Dante forse venne a pregare, suggestionato dai luoghi e da queste tragiche storie.

E Carducci a sua volta, che passava le estati in questo territorio, ospite dei Conti Pasolini, nell’Ode alla Chiesa di Polenta immagina Dante che medita e prega proprio tra queste antiche colonne.

Un luogo avvolto nel silenzio e nella quiete, ma di grande suggestione, di memorie letterarie e orgoglio italiano.

E anche luogo di valore artistico, soprattutto nei capitelli zoomorfi e antropomorfi, addirittura di origine longobarda.

Per rimanere in tema, non mancherà una passeggiata fino al cosiddetto Cipresso di Francesca, isolato su una collinetta, anche questo legato all’ode carducciana, dove, secondo la tradizione, Francesca saliva in romantica contemplazione.

Eccellenze enogastronomiche

Bertinoro, Città dell’ospitalità, è anche Città del vino.

Il paesaggio collinare è punteggiato da vigneti e cantine, che invitano a una visita per scoprire aromi, profumi e sentori della Romagna.

Sono spesso piccole realtà familiari, di produzione limitata, ma eccellente, soprattutto di Albana, il vitigno a bacca bianca tipico di questo territorio.

Tra le cantine da non perdere l’azienda agricola Bissoni, di Raffaella Alessandra Bissoni, che unisce la tradizione vitivinicola alle pratiche agricole più innovative e sostenibili.

https://vinibissoni.com/

Oppure la Fattoria Paradiso, cantina storica fondata da Mario Pezzi, uno dei massimi artefici del risveglio enologico dell’Emilia Romagna dagli anni Sessanta. È la prima cantina ad aver prodotto una Riserva di Sangiovese, il "Vigna delle Lepri" e si deve ad essa la riscoperta di vitigni autoctoni come il Pagadebit e il "Barbarossa", esclusiva e fiore all'occhiello aziendale.

www.fattoriaparadiso.com

Oltre alle cantine, alcuni luoghi topici a Bertinoro sono le tappe ideali di un itinerario vinicolo.

Prima di tutto la Ca' de Be', (casa del bere), prima enoteca dei vini della Romagna, un'autentica vetrina delle migliori produzioni enologiche tipiche locali, dall’Albana al Sangiovese, dalla Cagnina al Pagadebit e anche Osteria che si affaccia sul Balcone della Romagna e sul fantastico panorama fino al mare, luogo perfetto dove sorseggiare i più pregiati vini locali e assaggiare i piatti tradizionali della buona cucina romagnola.

Poi la Campana dell'Albana, sempre sul Balcone della Romagna, realizzata per celebrare il riconoscimento dell’Albana come primo vino bianco d’Italia ad aver ricevuto la Docg nel 1987: i suoi rintocchi segnano l’avvio della raccolta dell’uva, più precisamente dell’Albana.

Da ricordare anche, nel nostro ideale percorso dedicato al vino, la Riserva Storica dei Sangiovesi di Romagna, curata dall’associazione Vignaioli di Bertinoro.

Il progetto si propone come obiettivo quello di costruire e custodire la memoria di uno dei vini più importanti della Romagna, attraverso una selezione di bottiglie rappresentative dei diversi terroir del territorio specifico di produzione.

All’interno della Riserva è possibile confrontare annate diverse e vini di zone diverse, individuando anche gli elementi comuni che fanno l’identità del Sangiovese di Romagna. La sala, a temperatura controllata, diventa una tappa significativa per professionisti del vino, giornalisti ed esperti che vogliono approfondire la conoscenza del territorio romagnolo e del Sangiovese.

Ogni anno circa 30 diverse aziende della zona di produzione mettono a dimora all’interno della Riserva almeno 6 bottiglie del loro prodotto (circa 1800 bottiglie ogni anno) che vengono collocate all’interno del locale passando di mano in mano in una lunga catena formata da produttori, autorità, bertinoresi e visitatori, a simboleggiare la costruzione comune della propria identità territoriale.

Dove mangiare:

“La via del colle”: azienda agricola a totale conduzione biologica, che dispone su 34 ettari vigneti, oliveti, boschi adibiti alla raccolta di tartufo, seminativo, ortofrutta e circa 300 alveari per lo più stanziali.

www.laviadelcolle.it

“La Cantinaza Vecia”: un ristorante tipico romagnolo, che propone una cucina tipica casereccia, tutto fatto in casa dalla pasta fresca ai dolci, serviti in un ambiente caratteristico.

Piazza Guido Del Duca, 8,

Dove dormire: hotel Panorama, grazioso piccolo hotel nel cuore del borgo, da cui si gode una splendida vista. Piazza della Libertà, 11

Tutte le info: www.visitbertinoro.it/

Franca Dell’Arciprete Scotti

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