In collaborazione con la Fondazione Mazzotta una grande mostra sull´arte contemporanea indiana fra continuità e trasformazione

Spazio Oberdan: India Arte Oggi

  Cultura e Spettacoli  

La mostra, promossa dalla Provincia di Milano in collaborazione con la Regione Lombardia e la Fondazione Antonio Mazzotta, ideata e curata da Daniela Palazzoli, cade in un momento cruciale di trasformazione della realtà economico-sociale dell’India.  

Unica fra le molte importanti iniziative espositive dedicate nel mondo all’India nel sessantesimo anniversario della sua Indipendenza (1947), la mostra offre al visitatore l’opportunità di abbracciare in un percorso lungo sessant’anni la vita artistica del Paese.

Le opere degli artisti, che vanno dagli oltre novanta ai ventotto anni - Dhruvi Acharia, Navjot Altaf, Atul Dodiya, V.S. Gaitonde, Chitra Ganesh, Scheela Gowda, Sakshi Gupta, Shilpa Gupta, Suboth Gupta, M.F. Husain, Tushar Joag, Jitish Kallat, Saini Reena Kallat, Bhupen Khakhar, Sonia Khurana, Riyas Komu, Bose Krishnamachari, Nalini Malani, Tyeb Mehta, Nasreen Mohamedi, Akbar Padamsee, S.H. Raza, Ravinder Reddy, T.V Santosh, Tejal Shah, Arpita Singh, F.N.Souza, Vivan Sundaram – sono esposte per movimenti, isole tematiche scottanti, emergenze sociali e scelte stilistiche che evidenziano il gioco fra continuità e trasformazioni che caratterizza l’arte indiana moderna e contemporanea.

All’inizio del percorso espositivo si ammirano subito i capolavori dei principali artisti Modernisti: il celebre drammatico “Trittico di Santinichetan” di Tyeb Metha, e le rarissime e storiche opere di F.N. Souza, M.F. Husain, V.S. Gaitonde, S.H. Raza e Akbar Padamsee .

Seguono l’influente opera di Bhupen Khakhar , “Uomo con un mazzo di fiori di plastica”, mentre due grandi protagoniste come Arpita Singh e Nalini Malani ci introducono alla consapevolezza dell’importante ruolo giocato dalle donne nella creazione dell’arte indiana contemporanea.

Le foto e il video di Vivian Sundaram evocano l’artista capostipite di questo esito: la bellissima e cosmopolita Amrita Sher-Gil. Grazie alla sensibilità femminile cresce l’attenzione per il mondo della strada, per i deboli e i diseredati, come l’omaggio di M.F. Husain a “Madre Teresa di Calcutta”.

Il desiderio di creare uno stile estetico ed esistenziali attuali ed adeguati allo sviluppo di una grande metropoli come Bombay produce, con l’avvento del post-moderno, e grazie ad artisti come Atul Dodiya e Jitish Kallat , un’attenzione spasmodica verso la città, i suoi ritmi frenetici, i suoi bambini mendicanti, protagonisti minori e con poche speranze.

Una spettacolare installazione video di Bose Krishnamachari ci immerge nelle sfaccettature più variate di Bombay.

L’India però non è solo quella delle grandi città, anche se la teatrale visibilità e il ruolo economico che esse giocano può portarci a dimenticare che il 70% dell’economia del Paese dipende ancora dall’agricoltura. Subodh Gupta e Sheela Gowda sono fra gli artisti che evidenziano il debito culturale verso il villaggio, e ci ricordano quanta parte del tessuto urbano sia debitrice degli usi e dei costumi dell’emigrazione interna.

Lo scultore Ravinder Reddy da parte sua crea un modello di bellezza in cui i motivi della scultura classica indiana si fondono col potere di attrazione dello stile pop.

Tushar Joag pratica forme di denuncia molto personali – fra arte, Internet e design – per creare nel prossimo una consapevolezza acuta ed ironica delle simulazioni con cui il potere traveste il suo disinteresse per importanti problemi collettivi.

Fra le generazioni più giovani si fanno strada nuovi obiettivi che mirano ad allargare i confini della percezione e della identificazione sia di valori che di stereotipi che sono entrati a fare parte dell’inconscio collettivo da molto, troppo tempo. Ora essi vanno rimodellati, ponendo l’accento non sull’aspetto distruttivo ma sulla capacità di creare ponti, di dilatare confini, e di coinvolgere gli altri nel ripensamento del proprio messaggio, da parte dei nuovi artisti.

Riyas Komu si interessa ai problemi e alle vittime dell’intolleranza religiosa.

T.V. Santosh ripensa alla spettacolarizzazione della violenza, delle guerre, e delle minacce di disastri di ogni genere escogitata dai media, nell’intento di recuperare una visione più logica e articolata.

Tejal Shah ci stimola a ripensare alle nostre scelte di sesso, di genere, di stile di vita.

Chitra Ganesh inventa un suo stile di fumetti per farci uscire dall’oblio creato dalle interpretazioni di parte delle storie del passato.

Reena Saini Kallat raffina la sua sensibilità rispetto ad aspetti sensuali del corpo umano e Sonia Khurana usa le performances della body art  per studiare i meccanismi e gli  incidenti psicologici che da un lato creano e dall’altro alterano la costruzione dell’identità degli individui.

Sono soprattutto Navjot Altaf e Shilpa Gupta ad introdurre tecniche pienamente interattive. Altaf con “Delhi Loves Me?” coinvolge dal vivo gli autoricsciò della città per suscitare fra i cittadini questa domanda volta a chiedersi: che fa questa città per me, per farmi vivere meglio? Per Shilpa Gupta l’interattività, praticata sia attraverso il web che con le installazioni crea opere che esistono solo nel momento in cui riescono veramente a coinvolgere l’altro, che da pubblico si trasforma in un consumatore critico delle sue opere.

Anche per la ventottenne Sakshi Gupta l’arte deve svolgere un ruolo interattivo. Essa ripensa oggetti di uso quotidiano rendendoli ‘diversi’. Poiché tutti noi abbiamo consuetudine con tipologie come letti, cuscini eccetera, siamo indotti ad entrare nel gioco  per chiederci: cos’è, com’è, e io come lo vorrei questo oggetto qua? In tal modo i confini di ciò che è dato  per scontato si spostano ancora una volta e si rinnova la ricerca di forme estetiche, di stili di vita, e di atteggiamenti mentali e di comportamento adeguati alla nostra nuova epoca post- globale.

Nel periodo di apertura della mostra, si terranno allo Spazio Oberdan iniziative collaterali, incontri, proiezioni cinematografiche.

Ulteriori informazioni: India Arte Oggi allo Spazio Oberdan - Spazio Oberdan - Viale Vittorio Veneto, 2 - Dal 18 ottobre 2007 al 3 febbraio 2008, tutti i giorni 10-19.30, martedì e giovedì fino alle 22, chiuso il lunedì - Biglietto: intero €6,20, ridotto €4,10; gruppi scolastici €2,70.

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