n giro fra le Terre comprese l’Adige ed il Po

BIT 2023: le proposte di Rovigo per la primavera

  In viaggio tra gusto e cultura  

Alla BIT, svoltasi a Milano dal 4 al 6 febbraio, Cristina Regazzo, Responsabile di Rovigo Convention & Visitors Bureau, che promuove la città e la sua provincia come “destinazione turistica” per vacanze, weekend, iniziative e viaggi business, ha presentato le proposte per scoprire le terre comprese fra i due fiumi, Adige e Po, patrimonio naturale di rara bellezza, destinazione turistica tutta da scoprire.

Rovigo e la sua provincia conservano inalterato il fascino antico dei luoghi rurali dove l’ambiente e le tradizioni si fondono con il tessuto produttivo ed imprenditoriale. Proprio qui, a sud del Veneto, i due fiumi più importanti d’Italia, l’Adige e il Po, disegnano paesaggi straordinari come, ad esempio, il Delta del Po, area Mab Unesco dal 2015, set cinematografico prediletto da grandi registi italiani.

Vivere Rovigo e i suoi dintorni significa vivere grandi emozioni tra terra e acqua, ambiente e storia, arte e cultura, archeologia e ... prodotti tipici (Insalata di Lusia IGP, Aglio Bianco Polesano DOP, Riso del Delta del Po IGP, Radicchio Rosso Chioggia e Rosolina IGP, Cozza di Scardovari DOP, Zucca di Melara, Pane Biscotto di Loreo, Ciabatta Polesana di Adria, Pan del Doge Villadose ed Ostrica Rosa del Delta del Po).

Cristina Regazzo ha dichiarato: Per migliorare la conoscenza dell’offerta turistica, Rovigo Convention & Visitors Bureau è più che mai attivo nella promozione di viaggi leisure & business, anche grazie al rinnovamento degli strumenti avviato due anni fa. Alcuni di questi sono digitali, facilmente consultabili e scaricabili online.

Un prezioso aiuto per organizzare il tour è sicuramente l’APP Discover Rovigo, attivata poco prima della pandemia, un supporto che permette di avere uno spaccato generale sull’ampia offerta di destinazione. L’APP, che, ogni anno, si aggiorna con nuove e mirate pubblicazioni: a ridosso di Natale è stata la volta del volumetto "Saperi e Sapori", quarto lavoro in ordine di tempo (“Rovigo, piccola ma sorprendente” il primo, “Delta del Po” il secondo, “La Vita è una Giostra” il terzo) che, a giudicare dall’eccezionale numero di visualizzazioni, ha suscitato grandissimo interesse.

La novità 2023, però, si chiama Rovigocard, un vero e proprio passe-partout artistico e culturale: questo biglietto integrato consente di accedere a più luoghi di interesse storico artistico in un’unica soluzione, ovviamente a costo agevolato.

Roberto Tovo, assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Rovigo, ha dichiarato: Un nuovo strumento che facilita la visita dei monumenti simbolo della città capoluogo e rientra in un ampio progetto di promozione della città che comprende anche opere di riqualificazione di spazi in chiave culturale.

Con la Rovigocard si possono visitare le Due Torri, primo simbolo della città, testimonianze millenarie dell’antico Castello Medievale costruito nel 1138, il Tempio della Beata Vergine del Soccorso, meglio conosciuto come “La Rotonda”, il Teatro Sociale e il Museo Grandi Fiumi, con le sue due nuove sale dedicate alla mitologia e all’ambra, dotate tra l’altro di nuove tecnologie che offrono esperienze immersive e di interazione (accompagnando anche i più giovani alla scoperta dei paesaggi antichi). Con la stessa Rovigocard sarà possibile visitare anche le grandi mostre allestite nei Palazzi Roverella e Roncale.

Fino al 25 giugno, a Palazzo Roverella, si può visitare la mostra Renoir. L’alba di un nuovo classicismo, che espone anche 40 capolavori provenienti dai più importanti musei europei.

Alessandra Veronese, Responsabile Relazioni con i Media Fondazione Cariparo, ha raccontato: La mostra punta i riflettori sul periodo successivo all’esperienza impressionista dell’artista, in cui il grande pittore, intraprende un tour in Italia che da Venezia dove è stato rapito dai capolavori Carpaccio e Tiepolo, prosegue lungo lo Stivale.

Ad attrarre Renoir sono le tinte mediterranee, i maestri rinascimentali, le bellezze del Belpaese: nasce così un nuovo personalissimo stile, che lo traghetta dall’incarnazione dell’impressionismo verso un’affascinante e raffinata forma moderna di classicismo.

Un nuovo sguardo, seguito da molti artisti degli anni Venti e Trenta, soprattutto in Italia, come testimoniato da altre opere esposte accanto ai capolavori di Renoir: dalle sculture di Marino Marini e Antonietta Raphaël (affiancate alla Venus Victrix di Renoir del 1916), ai dipinti di Armando Spadini, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Arturo Tosi, Filippo de Pisis, Luigi Bartolini, Enrico Paulucci.

Fino al 25 giugno, Palazzo Roncale ospita, invece, le opere del rodigino Virgilio Milani (1888-1977), capofila di altri protagonisti della storia dell’arte del Novecento in Polesine. Insieme a quelle di Milani, sono esposte anche opere di Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi fino a Paolo Gioli, di Milani considerato vero erede.

Chi visita Rovigo s’imbatte spesso nelle opere scultoree di Milani, che per interi decenni fu chiamato a dare un tocco d’autore a luoghi ed edifici pubblici, palazzi, chiese e tombe. All’epoca per quei fortunati che potevano permetterselo, avere in casa un bronzo di Milani significava possedere un qualcosa di unico.

Per la primavera rodigina sono previsti anche altri strumenti di promozione turistica realizzati con il sostegno del Gal Adige, associazione senza scopo di lucro costituita da un partenariato pubblico-privato, che, da quindici anni, si occupa della valorizzazione rurale di 17 comuni del Polesine, attraverso i Fondi Comunitari. Tra le diverse attività intraprese ha attivato un progetto di cooperazione transazionale denominato He-Art in collaborazione con altri 6 GAL che provengono dalla Finlandia, dalla Francia, dalla Lettonia e dall’Italia. Questo progetto nasce dal presupposto che il turismo culturale può costituire una risorsa economica ancora oggi, soprattutto nei territori rurali, non abbastanza sfruttata e, di conseguenza, con ampi margini di crescita. L’obiettivo di questa cooperazione è finalizzato a promuovere il patrimonio architettonico ed artistico del territorio nonché a creare una rete virtuosa di operatori culturali ed economici in grado di garantire il passaggio di testimone dell’identità culturale locale.

Una terra da scegliere per un viaggio da ovest ad est, per conoscere Rovigo e i borghi dei dintorni, tra ville venete e tenute rurali, chiese ed abbazie, teatri e festival, un patrimonio artistico e culturale diffuso e insospettabile, una novità per il viaggiatore curioso e amante di nuove scoperte culturali. Una storia millenaria che risale all’età del bronzo testimoniata dalla presenza di tre musei archeologici di cui due nazionali a Fratta Polesine nel complesso di Villa Badoèr e ad Adria dove sono custoditi reperti di arte greco-romana-etrusca di grande pregio, oltre ad una collezione di gioielli e di vasi e oggetti in vetro.

Accanto alle testimonianze storiche, spiccano anche edifici di archeologia industriale, sapientemente restaurati e valorizzati, oggi sedi di grande pregio di varie iniziative, imprenditoriali e di ricerca, di sviluppo culturale e formazione universitaria, oltre ad essere location ideali per meeting e spettacoli.

Il Polesine, come tutto il Veneto, presenta tratti produttivi e peculiarità testimoniate dallo sviluppo di distretti legati all’agricoltura e alla pesca. Qui, inoltre, la capacità artigianale trova il suo massimo esempio nel distretto della Giostra di Melara e Bergantino dove si trovano maestri costruttori di bellissime giostre vendute in tutto il mondo e produttori di fuochi d’artificio che illuminano da anni Venezia nella Festa del Redentore.

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