Dal 5 novembre l’Acquario Civico di Milano, edificato in occasione dell'Esposizione mondiale di Milano del 1906 e ricostruito dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, ospita la mostra fotografica “THE LAST DROP, l’ultima goccia”, che, attraverso oltre 100 scatti inediti del fotografoFabrizio Spucches, racconta i drammi e i conflitti sociali del nostro tempo.
Mentre in Egitto si sta svolgendo la XXVII Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27), a Milano, dunque, THE LAST DROP, l’ultima goccia mette in mostra due dei principali temi in discussione proprio nella COP 27: la siccità del Corno d’Africa, una delle peggiori degli ultimi 80 anni, e le interconnessioni con il conflitto in Ucraina che ha acuito le crisi alimentari mondiali.
L’ultima goccia è quella che fa traboccare il vaso ...
La storia raccontata in questa mostra è quella di un vaso traboccante di disperazione e di morte: sembrerà strano vedere accostate le due tragedie contemporanee dell’Ucraina e del Corno d’Africa, così assurde e apparentemente distanti, ma ma strettamente interconnesse: la folle guerra in Ucraina è una battaglia contro gli ultimi, categoria che va ben oltre la catalogazione geografica.
Decine di persone si rendono indistinte nella fotografia, vittime di una guerra o della siccità, che si trasformano in semplice catalogazione di un problema che dovrebbe colpire tutti, e non solo sull’onda emotiva. Persone che navigano tutte sulla stessa barca, indistintamente in quel blu che è il cielo, che lancia bombe in Europa e che è vuoto di pioggia in Africa.
Nella mostra c’è anche uno specchio d’acqua dal quale emergono ritratti che sembrano lapidi e una goccia che genera onde concentriche e ipnotiche, come ipnotico è il susseguirsi di immagini. E se un rubinetto appeso troppo in alto per essere spento inchioda lo spettatore alla sua impotenza, le gigantografie dei bambini indicano la speranza di un futuro possibile e tutto da costruire.
Madri e bambini rispondono alla stessa domanda e intere famiglie si mostrano con tutto ciò che posseggono, sia perché il destino non ha mai dato loro nulla o perché i bombardamenti hanno distrutto ciò che avevano (come le valigie che un padre di famiglia ha messo a disposizione dell’esposizione, unico ricordo rimasto di sua moglie e dei suoi figli, uccisi mentre tentavano di fuggire). Il percorso espositivo instrada, quindi, il visitatore in un limbo che mischia le carte e azzarda fino a suggerire l’inimmaginabile: a sinistra persone che, chiuse in un sacco nero da cadaveri, hanno perso figli, fratelli, sorelle, genitori, mogli, mariti e che tengono in mano un girasole, il simbolo nel loro Paese. A destra invece l’estrema tessera di questo raccapricciante domino che produce già oggi effetti di lungo periodo: uomini che per mancanza di cibo si rifugiano nelle droghe più misere, tossicodipendenti che per non sentire la fame cercano di abbandonare la realtà.
Con questa mostra, di cui non pubblichiamo le immagini, perchè occorre vederle all'Acquario, il fotografo Spucches non fa confronti o paragoni e trasporta il visitatore in un’ottica metaforica e paradigmatica, in un cortocircuito che sovverte il racconto mediatico, sempre legato all’emergenza altisonante e mai a una vera presa di coscienza.
La mostra, realizzata a cura di Nicolas Ballario, è stata voluta dalla Fondazione CESVI, organizzazione umanitaria laica ed indipendente, nata a Bergamo nel 1984, che lavora sulle emergenze di fame, educazione ed ambiente nei luoghi più poveri del mondo, ed è promossa dal Comune Milano Cultura e dall’Acquario - Civica Stazione Idrobiologica.
In occasione dell’inaugurazione della mostra è stato presentato l’Indice Globale della Fame 2022 (Global Hunger Index - GHI), uno dei principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, curato da CESVI per l’edizione italiana e disponibile al link www.cesvi.org/approfondimenti/indice-globale-della-fame/. Nel report leggiamo che nel 2021 le persone denutrite erano 828 milioni. Secondo le stime del GHI 2022, senza un cambiamento radicale, né il mondo nel suo complesso né all’incirca 46 Paesi raggiungeranno entro il 2030 un livello di fame basso.È fondamentale, quindi, agire subito per ricostruire la sicurezza alimentare su basi nuove e durature, altrimenti si rischia di andare incontro a crisi alimentari catastrofiche e sistematiche in futuro.
In occasione della mostra è stato pubblicato un libro edito da NFC edizioni con testi di Oliviero Toscani, Tommaso Sacchi, Domenico Piraina, Gloria Zavatta, Pavlo Makov e Nicolas Ballario.
Info, modalità di accesso alla mostra (prenotazione gratuita e biglietti acquistabili: www.museicivicimilano.vivaticket.it): www.cesvi.org - www.acquariodimilano.it.
G. S.
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