La sede dell’IUnione Italo Discendenti nel Mondo è a Verona

L’Unione italo discendenti nel Mondo (UID) punto di riferimento dei nostri connazionali all’estero

  Cultura e Spettacoli  

La poca attenzione delle nostre Istituzioni nei confronti dei nostri conterranei e connazionali all’estero, da sempre è fonte di discussioni infinite. Le problematiche sono tutt’altro che prive d’interesse, l’associazionismo, molto diffuso, fa quello che può ma in merito in più dei casi servono professionalità, relazioni con gli enti governativi e tanta buona volontà.

All'Unione Italo Discendenti nel Mondo (UID), con sede a Verona, con referenti sparsi nel mondo e con un filo diretto specialmente nei paesi dell’America Latina, abbiamo chiesto le dinamiche dell’attività, proposte e le criticità che incontra nei confronti di una burocrazia più delle volte statica nel velocizzare i procedimenti.

Pubblichiamo l’intervista che Giuseppe Spinelli, direttore di Esaro Italia Notizie, ha fatto ad Andrea Pacia (nella foto in alto), Segretario Generale della UID, e Walter Corcione (nella foto sotto), referente della stessa organizzazione per il Brasile, che hanno, così spiegato gli scopi operativi dell’organizzazione.

Al Segretario Generale Andrea Paciaè stato chiesto: Cos’è la UID?

La UID è semplicemente un’associazione che cerca di risolvere problematiche ai gli Italo-Discendenti nel Mondo, cercando di facilitare loro l’approccio con l’Italia per chi vuole tornare, il nostro scopo principale. Il nostro lavoro si basa sulla costruzione di progetti con la visione di fare incontrare domanda e offerta, i connazionali discendenti che vivono in certe aree del mondo non riuscendo a realizzare le proprie aspettative vedono nell’Italia un paese che ha le potenzialità di offrire una quadi vita migliore, purtroppo le nostre Istituzioni sono carenti nell’agevolare e velocizzare questi passaggi, la nostra attività tenta di sopperire a queste inefficienze.

A Walter Corcione, originario di Paola (CS), che vive il quotidiano in Brasile e come referente UID ha il polso dei rapporti con le Istituzioni italiane sul territorio, è stato chiesto: Quali sono le risposte alle esigenze dei nostri connazionali da parte di questi uffici pagati dai nostri contribuenti?

Vivo a Rio de Janeiro dove su tutto il territorio, il quale conta 12 milioni di abitanti ci sono 4 milioni di calabresi, si rende conto che dal punto di vista numerico esistono altre 2 Calabrie circa? Nonostante tutto finora il Governo italiano non ha prestato l’attenzione adeguata nei confronti delle nostre esigenze sia sentimentali che pratiche. Dal punto di vista sentimentale ognuno di noi vorrebbe conoscere le proprie radici, venire in Calabria per visitare i luoghi dove risiedono le origini sarebbe meraviglioso ma la grande maggioranza non può permetterselo, perché lo Stato italiano non incentiva questa pratica? Potenzialmente tutto questo se avvenisse, diventerebbe una fonte economica di notevole rilievo, purtroppo la storia ci indica la mancanza di una visione politica. Dal punto di vista Amministrativo ogni discendente ha uno scopo raggiungere l’agognata cittadinanza, anche in questo ahimè l’assistenza diventa sempre più un’impresa in certi casi irraggiungibile. Il cuore di ognuno di noi fa una distinzione netta, l’Italia è nostra madre il Brasile è nostro Padre, ecco il motivo, ci sentiamo dei figli abbandonati.

Ha toccato due aspetti fondamentali, Spinelli ha, quindi chiesto al Segretario Pacia, operatore diretto a contatto con le strutture italiana destinate all’assistenza: Qual'è la sensazione reale nei confronti di queste esigenze da parte dei nostri funzionari addetti ai Consolati piuttosto che delle Ambasciate?

Parto dal concetto che ho espresso prima, la sensazione non solo mia, è come se continuasse a serpeggiare un’apatia fastidiosa nei confronti degli Italo discendenti, si percepisce un unico interesse solo nei confronti di chi vive sul suolo Nazionale e di chi arriva in modo non ordinato. Mi permetto di suggerire questo a chi di competenza, noi siamo un popolo che ha creato comunità in ogni angolo della terra, con i sacrifici di ogni componente di esso si è fatta la storia dell’integrazione a tutti i livelli. Da niente che eravamo siamo diventati detentori di professionalità in ogni ambito, potenzialmente a disposizione dell’Italia per creare sinergia. Come ha spiegato il Presidente Walter Corcione, la miopia politica invece, ha investito su ben altre rotte dimenticandosi dei nostri fratelli all’estero. La storia è a disposizione di tutti, si può verificare come una certa politica in tempi passati ha creato le condizioni per fare emergere e rivalutare questo evento, l’emigrazione, proprio per fare riacquistare quella dignità persa a chi inseguiva un sogno per progredire. Quello che la politica attuale dominante sta inseguendo invece, è sotto gli occhi di tutti, dico questo riferendomi alle strutture italiane preposte, ogni Consolato, ogni Ambasciata sono diventate una sorta di reame, fortini quasi inaccessibili per chi si sente italiano e volesse riaffermarlo deve essere consapevole di rivolgersi a una burocrazia totalizzante, la quale ti fa percepire quasi una colpa perché discendente. Dobbiamo dire grazie alle tante organizzazioni e associazioni di italiani, le quali danno assistenza anche noi come UID facciamo la nostra parte, perché il lavoro è considerevole in ogni settore, in merito sarebbe necessario riformare quell’ambito del Ministero degli Esteri dello Stato italiano che ha responsabilità nei confronti di tutti i connazionali residenti fuori dai confini, a riorganizzare tutte le strutture preposte e non lasciarle sostanzialmente agire singolarmente. L’attualità indica urgentemente un cambio di rotta, il mondo sta vivendo una crisi in continua evoluzione, serve una visione politica che lavori per una sinergia collaborativa sostenuta da relazioni anche bilaterali, serve stringersi e perseverare in questo percorso, nel caso contrario si perde un’ulteriore opportunità. L’informazione in questo può e deve giocare un ruolo fondamentale, continuare a fare incontrare esperienze in ogni settore per creare scambi a tutti i livelli, ribadiamo il concetto di domanda e offerta. Un esempio su tutti, la richiesta da parte del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto dei medici cubani per sopperire a gravi carenze sul territorio di queste figure professionali. Misura nobile e degna di attenzione visto i risvolti che stanno emergendo, spero che prossimamente questo tipo di percorso possa determinare una richiesta rivolta a Medici figli di Discendenti italiani, procedure permettendo “riferendoci alla famosa burocrazia.

Dott. Pacia, la tenacia del Presidente Occhiuto ha rotto gli argini di un certo sistema moralmente ed economicamente a discapito tutti i calabresi, ottimo segnale, la speranza, in questo caso, è che questo nuovo corso del Governo Regionale possa continuare questo percorso chiarificatore.

Presidente Corcione, a questo punto il problema dell’inclusione e delle relazioni non approfondito continua a essere determinato da una visione politica sbagliata?

Assolutamente sì, totalmente superficiale e miope. In Brasile come in tutti gli Stati dove noi italiani siamo residenti questi problemi fanno parte del quotidiano, le racconto un piccolo episodio capitato qualche giorno fa a un mio amico di Paranà, mi chiama chiedendomi come doveva muoversi per ottenere il Passaporto. L’ufficio preposto ha inteso organizzare le richieste dei cittadini tramite un numero su WhatsApp, il caro amico da 4 mesi stava componendo lo stesso ogni giorno ma non riceveva nessuna risposta, grazie all’intervento fatto in maniera decisa, siamo riusciti a risolvere. Immagini lei, Giuseppe, se già questi piccoli dilemmi per risolverli devono avere le raccomandazioni “mi lasci passare il termine”, pensi ai grossi bisogni come siamo messi. Il Segretario Pacia ha espresso molto bene prima di come gli uffici preposti interagiscono superficialmente con i connazionali discendenti, non esiste controllo ecco il dramma, così si sentono di agire a loro piacimento. Nonostante tutto bisogna credere nella politica, l’unico mezzo democratico determinante nelle scelte, come UID faremo di tutto per indirizzare le scelte e le aspettative di chi in noi ha riposto la fiducia, ad assolvere agli impegni presi, ci mettiamo la faccia sempre.

In breve, ha spiegato la realtà quotidiana, la sua risposta ha messo in risalto un altro aspetto il controllo, inesistente da parte di chi è preposto.

Se in quegli uffici che lei ha citato fosse stata effettuata una verifica periodica certe inefficienze non esisterebbero, il sistema ha da tempo rinunciato, in tanti casi, a chi dell’abnegazione al lavoro ne fa una ragione di vita, premia purtroppo chi fa parte di certi circuiti.

A proposito di “Politica”, la UID certamente si rivolge ai bisogni degli italiani tutti residenti all’estero, ma sicuramente ha dei punti d’indirizzo fiduciari: Qual'è l’area di riferimento che finora secondo voi ha praticato più interesse nei confronti di questi temi?

Il Segretario Generale Andrea Pacia risponde: Tento di riassumere in breve le aspettative della UID, finora abbiamo assistito a un ambiguo interesse circostanziato a interessi molte volte personali, non mi riferisco a tutti ovviamente, tanti Deputati eletti all’estero sono intervenuti leggi permettendo, in varie problematiche del sociale di chi vive lontano dalle proprie radici. Purtroppo, tanti altri appena arrivati a Roma si sono seduti e basta, penso di essere stato chiaro Giuseppe. Spero che le elezioni in corso, all’estero si vota in anticipo, possano portare a un’inversione di tendenza radicale, e che lo “Status Quo” diventi il passato, abbiamo bisogno di ritornare a credere in una politica che intervenga sui temi che gli si prospettano in modo sostanziale e nello stesso tempo concreto, questo è quello che ci aspettiamo come UID e come figli della Madre Patria nel mondo.

Mi permetto di aggiungere dott. Pacia anche un altro aspetto, la difficoltà di parlare con i politici, rivolgo un consiglio, più disponibilità.

Il Dott. Corcione ha aggiunto: Noi della UID ci rivolgiamo a tutti, notiamo però anche chi fa e chi no, perché vede Giuseppe quando l’interesse politico è più evidente vuole dire che dietro esiste uno Stato forte. L’Italia dal mio punto di vista, sta attraversando una fase politica a dir poco strana, la stessa Identità ne è compromessa, detto questo mi chiedo a me e a chi ci legge: quale speranza se dovesse continuare così l’italiano figlio di Discendente può avere? Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti, il futuro si spera possa portare buon senso a 360° senza discriminare nessuno, ma chi si sente italiano e vive nel mondo ha il diritto di avere certi riconoscimenti. La Cittadinanza in molti paesi europei e in altri è facilitata, del primo obbiettivo per ripopolare i propri territori, conservarne le tradizioni, la cultura, l’essenza, perché l’Italia non si comporta prendendone esempio? Come UID stiamo lavorando su questo tema, il raggiungimento della Cittadinanza anche a livello di relazioni tra Stati consentirebbe facilitazioni in ogni ambito, inseguire questo obbiettivo è fondamentale, perché determinerebbe anche un interscambio di attività e di risorse umane più veloce, abbattendo quella burocrazia ostacolo a un futuro di evoluzione generale in ogni settore.

Si percepisce il grande lavoro che bisogna fare, i nostri connazionali hanno bisogno di un’informazione costante, ecco perché - chiarisce Spinelli - saremo sempre disponibili su temi che la UID affronterà.

Un ultimo pensiero da parte sua dott. Pacia prima di salutarci: Cosa si aspetta come proposta generale, dai nuovi eletti a favore dei Discendenti?

L’Italia è una delle grandi potenze, quindi, ha tutte le carte in regola per attivarsi in certe relazioni per migliorare questo importante aspetto della vita sociale dei nostri fratelli e sorelle Discendenti, la Francia per esempio, ha creato un ufficio che segue solo questo ambito, lo difende con ogni mezzo, perché noi lo facciamo per le nostre Aziende e per i nostri Connazionali? La Cittadinanza ribadisco, continuerà ad essere ad ogni trattativa il nostro primo punto all’ordine del giorno di ogni incontro con le Istituzioni a tutti i livelli.

Dott. Corcione un pensiero finale anche da parte sua: Se lei fosse un eletto del panorama politico all’estero cosa farebbe come primo atto concreto?

Primo punto, dettare un’agenda operativa programmatica: ad essa abbinerei un gruppo di lavoro a stretto contatto con ogni Regione italiana. Questo aiuterebbe a mettere a confronto domanda e offerta, cuore sinergico di una prospettiva di sviluppo. Naturalmente, rimane fondamentale la nuova classe politica che si insedierà e la sua visione nei confronti di questa tematica, la quale ribadisco, è il futuro della Patria Italia.

Info: www.unioneitalodiscendenti.it.

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