A Stoccolma e a Hong Kong 6 pizzerie italiane ottengono il certificato promosso da Unioncamere- Isnart

Ospitalità italiana nel mondo: la certificazione

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Sono a Stoccolma ed a Hong Kong le prime 6 pizzerie italiane nel mondo certificate dal marchio di qualità Ospitalità Italiana nel mondo, il riconoscimento organizzato e promosso da Unioncamere-Isnart (Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche) per la salvaguardia, la valorizzazione del Made in Italy nel mondo, esteso, da quest’anno, anche alle pizzerie.

Cinque delle pizzerie premiate, dunque si trovano a Stoccolma, La Piazza Eataly, Capri Due Bakficka, Meno Male, Primo Ciao Ciao e Magari, e una a Hong Kong, PALA HK, tutte le candidature sono state proposte dalle rispettive Camere di commercio italiane all’estero.

Le 6 pizzerie italiane all’estero hanno ottenuto la certificazione Ospitalità Italiana in base a un disciplinare che prevede rigorosi criteri di “italianità”, tra i quali: professionalità dei pizzaioli, servizio offerto, utilizzo di prodotti DOP e IGP, attenzione all’utilizzo della lingua italiana per la comunicazione dei prodotti utilizzati nei menu, elementi di arredo e design che richiamino l’Italia e i suoi territori, inserimento della pizzeria in guide internazionali e nazionali, capacità di comunicare l’identità e la distintività italiane.

Il riconoscimento è stato assegnato dalla Segreteria Tecnica di valutazione, alla quale oltre agli esperti di Isnart hanno partecipato Unioncamere, Assocamerestero, Agroqualita/Rina, Fipe e lo Chef Stefano Callegari che, presente già dalle fasi di redazione del disciplinare, ha apportato un fondamentale contributo tecnico per la valutazione dell’idoneità dei candidati. Chef Callegari è tra gli chef pizzaioli italiani riconosciuti dalla critica specializzata (Gambero Rosso, Identità Golose, Slow Food, L’Espresso, La Repubblica, 50topPizza, New York Times…) per eccellenza, qualità e innovazione.

Roberto Di Vincenzo, Presidente di Isnart, ha dichiarato: Diamo un caloroso benvenuto alle prime 6 pizzerie certificate a cui contiamo di farne seguire numerose altre. Ospitalità Italiana nel mondo vuole premiare la professionalità e l’impegno di chi ogni giorno lavora per portare avanti la tradizione della migliore ristorazione italiana e la salvaguardia dei prodotti Made in Italy secondo i principi del bello, buono e ben fatto. Certificare la qualità dell’enogastronomia italiana nel mondo significa anche combattere il fenomeno dell’italian sounding, una pratica scorretta che cerca di sfruttare e imitare la forza dei prodotti Made in Italy, in modo spesso fraudolento. Con l’intero sistema camerale e in particolare con le Camere di commercio italiane all’estero, alle quali va il nostro ringraziamento per il loro supporto fondamentale, Unioncamere e Isnart sono in prima fila per difendere, rafforzare e promuovere la cultura italiana dell’ospitalità e della convivialità.

Segnaliamo che in lista d’attesa per la disamina dei requisiti ci sono pizzerie italiane in Brasile (Belo Horizonte), USA (Chicago), Corea del Sud (Seoul e Goyang) e Svizzera (Zurigo e Ginevra), a dimostrazione del forte interesse che l’iniziativa sta riscuotendo nelle comunità degli imprenditori italiani all’estero.

Il progetto Ospitalità Italiana nel mondo, lo ricordiamo, è nato negli anni ‘90 per identificare e valorizzare le strutture ristorative e turistiche nazionali che hanno posto a fondamento della propria attività la qualità del servizio e la tutela dell’autentico Made in Italy. Nel 2009 il progetto ha assunto una dimensione internazionale ampliando il suo raggio d’azione alla diffusione e tutela del vero made in Italy nel settore ristorativo, rivolgendosi prima alla ristorazione e alla gelateria artigianale e ora anche alle pizzerie. Ospitalità Italiana nel mondo è un progetto in espansione che ha coinvolto circa 2.200 ristoranti italiani e gelaterie in 60 nazioni, di cui 27 europee e 33 extraeuropee, oltre a 73 Camere di commercio italiane all’estero.

Fondamento dell’assegnazione del marchio Ospitalità Italiana per le pizzerie italiane nel mondo, lo ribadiamo, è il puntuale riscontro dei criteri previsti dall’apposito disciplinare concepito per verificare l’intero processo: dal controllo della provenienza degli ingredienti base delle ricette, con particolare attenzione a quelli a denominazione protetta, alla verifica della ricetta utilizzata per la preparazione della pizza, senza dimenticare la formazione e l’esperienza professionale maturata in Italia o in strutture italiane del pizzaiolo. Attenzione dedicata anche alla composizione del menù, dove è obbligatoria la presenza di una delle due pizze tonde tipiche nazionali (la margherita e la marinara).

Il progetto Ospitalità Italiana ha infatti, tra gli altri fini, la tutela e la promozione dei prodotti agroalimentari italiani che, secondo i dati elaborati per Unioncamere dal Centro Studi Tagliacarne, solo nel primo trimestre del 2022 hanno fatto registrare esportazioni per oltre 11,7 miliardi di euro, con un incremento del 21,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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