Un film d’animazione da vedere e non perdere

Flee di Jonas Poher Rasmussen

  Cultura e Spettacoli  

Da giovedì 10 marzo è nelle sale il film d’animazione Flee del regista Jonas Poher Rasmussen, con Amin Nawabi, Daniel Karimyar (Amin bambino), Fardin Mijdzadeh (Amin adolescente), Milad Eskandari (Saif bambino), Belal Faiz (Saif), Zahra Mehrwarz (Fahima) e Elaha Faiz (Elaha).

Il film è distribuito da I Wonder Pictures..

Il film Flee racconta la storia di Amin Nawabi, un accademico danese trentenne di origine afghana, che decide di rivelare, per la prima volta, un doloroso segreto nascosto per oltre vent'anni.

Facendo ricorso all'animazione, il film segue la sua vita nel presente - la relazione col fidanzato, l'ambizione professionale, la difficoltà ad avere una vita stabile - e ascolta dalla sua voce il passato a lungo taciuto, vale a dire l'infanzia in Afghanistan nel 1984, l'arresto del padre, la guerra civile dopo la ritirata dell'Urss, la fuga a Mosca nei primi anni '90 con la madre, il fratello e due sorelle, un viaggio della speranza verso la Svezia e una deportazione, le attese infinite e poi, infine, l'arrivo in Danimarca con una storia familiare inventata così da essere accettato come rifugiato ...

Costretto ad abbandonare il suo paese da ragazzino, finito in un anonimo palazzone di Mosca, dove è costretto a nascondersi dalla polizia russa e a guardare tutto il giorno telenovele messicane, con ciò che restava della sua famiglia, Amin sperava di giungere clandestinamente in Svezia …

Amin ha perduto l'idea di casa, di protezione, di sicurezza: il solo spazio in cui si sente al sicuro è quello del cinema, dove fin dalla prima inquadratura cerca e trova la sua collocazione.

L'animazione rappresenta, così, una fase di passaggio, che, dopo partenze e i ritorni, gli permette di arrivare, finalmente, nella sua casa.

Dal film apprendiamo che il regista Jonas Poher Rasmussen ed il giovane Amin si sono incontrati su un treno che li portava a scuola: il regista sedeva solo, con lo sguardo fisso davanti a sé. Nel corso degli anni, poi, Amin è riuscito a raccontare all'amico regista la sua storia, spiegandogli che nella sua vita ha mentito a lungo per necessità e per paura: per necessità, perchè non è stato un rifugiato politico, come, al contrario, aveva dichiarato alla frontiera danese per farsi accogliere (lasciando la madre e un fratello a Mosca, mentre un altro fratello e due sorelle erano emigrati in Svezia),ma anche per paura, perché omosessuale.

Il film, dunque, segue il doppio binario del passato e del presente di Amin, facendo, però, anche ricorso a immagini di repertorio: l'Afghanistan ai tempi dell'invasione sovietica, la vittoria dei mujaheddin, la Russia post-comunista, le tragedie dei clandestini in Europa.

Il film, che ha già ricevuto vari premi e riconoscimenti, ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar 2022 nelle categorie: Miglior film d'animazione, Miglior documentario e Miglior film internazionale. Precisiamo che la 94ª edizione si terrà a Los Angeles il 27 marzo.

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