Da Napoleone a Umberto Eco, dal pittore Giorgio Vasari al celebre Borsalino

Alessandria e la sua storia: una nuova narrazione sui muri della città

  In viaggio tra gusto e cultura  

Da venerdì 28 gennaio Alessandria si presenta in un suggestivo videomapping, grazie al prezioso lavoro realizzato da Proietta s.r.l di Avigliana, conosciuta in tutt’Italia e all’estero per le sue performance artistiche che hanno cambiato il volto e la percezione di tanti luoghi. Al video mapping hanno contribuito anche il giovane scrittore e illustratore alessandrino Giulio Legnaro e l’Associazione Culturale “Ombre Rosse”.

Il videomapping è il nuovo progetto realizzato dal Comune di Alessandria per far scoprire, con una spettacolare rappresentazione artistica, a turisti e visitatori, le principali vicende che hanno caratterizzato la secolare storia di Alessandria, dalla nascita ai giorni nostri.

Il videomapping trasformerà, così, l’intera piazza teaser, scrigno del centro cittadino, in un susseguirsi di splendidi effetti visivi, che prenderanno vita, regalando ai visitatori il fascino e la magia della storia di una comunità e delle personalità che ne hanno segnato la crescita e l’evoluzione nel tempo.

La storia di Alessandria, i suoi personaggi, i miti e le leggende che ne hanno creato nei secoli l'identità e la cultura, dunque, viene raccontata, attraverso luci fantasiose, animazioni e immagini suggestive sui muri dei palazzi della centralissima Piazzetta della Lega.

Il video apre con la data 3 maggio 1168: l’anno della fondazione di Alessandria, nome assunto in onore di Papa Alessandro III. Una pergamena si srotola svelando la mappa dell’allora città e si susseguono i nomi dei territori che intorno all’antico Borgo Rovereto, unendosi, diedero vita alla nuova municipalità. Un’impresa collettiva, lenta e faticosa, come recita lo stesso video, risultato di una collaborazione fra genti diverse, contro un nemico comune: Federico Barbarossa, Imperatore del Sacro Romano Impero. E dalla storia si passa alla leggenda, quella del pastore Gagliaudo Aulari, che con uno stratagemma salvò Alessandria dall’Imperatore Barbarossa, facendogli credere che la città avrebbe ancora potuto resistere a lungo all’assedio e convincendolo così a ritirare le sue truppe.

Si ritorna, poi, alla verità storica e attraverso una serie di dipinti è presentato Papa Pio V (1566‐1572), il Papa alessandrino, successivamente proclamato santo, pontefice della controriforma cattolica e della Lega Santa, protagonista della vittoria della battaglia di Lepanto. Proprio quest’anno ricorre il 450° anniversario della morte di Papa San Pio V e la Città di Alessandria, la Diocesi, la Provincia e il Comune di Bosco Marengo, borgo natio dell’unico Papa piemontese, hanno presentato un calendario di iniziative, che si snoderanno per tutto il 2022, per celebrare la ricorrenza. La chiesa e il convento domenicano di Santa Croce a Bosco Marengo costituiscono uno dei massimi monumenti della storia religiosa e dell’arte del Cinquecento in Italia. La rilevanza di questo complesso travalica la dimensione locale in quanto frutto dell’ambizioso progetto di un pontefice, Pio V Ghislieri (che a Bosco Marengo era nato nel 1504: il prestigio della commissione si riflette nel valore dell’architettura e delle opere d’arte conservate al suo interno, direttamente collegate alle vicende artistiche del Cinquecento romano e fiorentino in virtù del coinvolgimento del celebre architetto e pittore Giorgio Vasari.

Il video prosegue con un altro importante personaggio determinante: Napoleone Bonaparte con la vittoriosa battaglia di Marengo del 14 giugno del 1800, che rese leggendario il condottiero più famoso della Storia e consacrò Alessandria capitale naturale dell’Italia napoleonica. A poco più di vent’anni dalla storica battaglia, la città divenne protagonista di un altro celebre momento storico; il 10 marzo 1821 per la prima volta nel territorio italiano, ancora non definito nei suoi confini, venne issato il Tricolore nella Cittadella di Alessandria, uno dei più grandiosi monumenti europei nell’ambito delle fortificazioni permanenti, costruita dai Savoia nel XVIII secolo,fra i pochi ancora esistenti in Europa, divenuto un simbolo storico della città.

Nel Risorgimento si inserisce la figura di Santorre di Santa Rosa, anima dell’insurrezione che nell’allora Regno di Sardegna, con Torino capitale del territorio piemontese, diede vita ai primi moti risorgimentali che quarant’anni dopo, portarono alla costituzione del Regno d’Italia. Importante la sua opera Delle speranze degli italiani, dove si tracciavano le linee del rinnovamento politico-culturale che egli auspicava per tutta la penisola.

Sulla scena alessandrina a metà dell’800 compare un altro importante personaggio, che segnò una svolta decisiva nel processo di industrializzazione della comunità. È Giuseppe Borsalino fondatore della storica azienda di cappelli e del marchio, grazie al quale il nome di Alessandria è divenuto famoso in tutto il mondo. Giuseppe è il vero motore dell’azienda che cresce rapidamente grazie alla qualità del prodotto e alla costante ricerca di nuovi mercati, in Europa innanzitutto, ma anche in Sud America, negli Stati Uniti, in Australia e Nuova Zelanda. Celebri i primi cartelloni pubblicitari, realizzati dall’illustratore triestino Marcello Dudovich, un’innovazione anche nel campo della pubblicità commerciale con i primi slogan che richiamano all’unicità e allo stile inconfondibile dei cappelli della Borsalino. Questi sono divenuti un mito per eleganza e qualità, insieme alla storia di una impresa artigianale con intuito imprenditoriale che ha innovato verso l’industrializzazione. Il cappello Borsalino rappresenta un’icona del made in Italy nel mondo grazie anche al cinema e agli innumerevoli divi che l’hanno indossato sul grande schermo. Da Totò e Peppino in “La banda degli onesti” a Jean Paul Belmondo e Alain Delon in “Borsalino” e ancora Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in “Casablanca” fino ad Harrison Ford in “Indiana Jones”.

E proprio il cappello Borsalino rappresenta il trait d’union con un altro alessandrino illustre: Umberto Eco nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, era un semiologo, filosofo e prolifico scrittore, grande osservatore ed esperto di comunicazione e media. Scomparso nel 2016, l’autore de “Il nome della Rosa” e “Il Pendolo di Foucault”, era legato ad Alessandria e la città con discrezione e affetto conserva la sua memoria. Il video si conclude proprio con una sua frase “Raccontare fa rinascere. Narrare significa prendere il mito, la verità di un tempo e, senza tradirla, rimetterla in presa diretta”.

Info: www.visitalessandria.it.

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