Come preparazione o corollario della mostra “Tiziano - L’ultimo atto” (15 settembre 2007 - 6 gennaio 2008 a Palazzo Crepadona in Belluno e Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore – proponiamo la visita di alcune località della provincia di Belluno alla scoperta o riscoperta del suo notevole patrimonio storico-artistico

Tiziano: un percorso nel nord della provincia bellunese alla riscoperta del “divino pittore”

  In viaggio tra gusto e cultura  

Tiziano torna dunque nelle sue terre, e ciò permette di ripercorrere insieme a lui l’itinerario seguito nei suoi rientri a casa – da Venezia, dove ormai risiedeva e lavorava stabilmente, al Cadore – con la possibilità di ammirare i tanti lavori che il maestro e i suoi familiari più stretti realizzarono per queste terre, nella consapevolezza del profondo legame sentimentale e professionale e degli interessi imprenditoriali che sempre mantenne con il bellunese.

Le opere del figlio prediletto Orazio e del nipote Marco e soprattutto del fratello Francesco possono essere visitate attraverso specifici itinerari strutturati su iniziativa dei promotori della mostra e della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Venezia, Padova, Treviso e Belluno.

Una proposta può riguardare la fascia nord della provincia da Sedico a Zoppè di Cadore

Sedico

Il paese sorge alla confluenza tra il torrente Cordevole e il fiume Piave ed è stato per secoli importante punto di passaggio del trasporto su zattera di legname e rame provenienti da Agordino e Cadore. Attorno al commercio e alla lavorazione del legname gravitava la vita di tutti i piccoli centri della zona e testimonianza del florido commercio che si sviluppò a Sedico sono anche le antiche ville patrizie (Zuppani a Pasa, De’ Manzoni a Patt e Rudio a Landris).

-:img3_sx:- Nella grande Chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata è possibile ammirare la Madonna col Bambino dipinta, tra il 1510 e il 1520, da Tiziano in collaborazione con il fratello Francesco, considerata uno dei capolavori dell’opera vecelliana. Splendida è l’immagine essenziale di Maria, assorta nella lettura mentre regge in grembo il Bambino, con due puffi angioletti che si accingono a posarle la corona sul capo. La tela rappresenta il superstite pannello di un polittico smembrato dopo la prima guerra mondiale.

Forno di Zoldo

A Forno di Zoldo – così chiamata per l’attività mineraria svolta in tutta la Val di Zoldo – in località di Madonna di Pieve, all’interno della Chiesa dell’Addolorata è possibile ammirare lo splendido Polittico di scuola tizianesca del 1577, dipinto l’anno successivo la morte di Tiziano: un’opera ora smembrata composta di sei scomparti, tre dei quali collocati nell’abside, gli altri tre nella navata. L’immagine più bella del polittico è la raffigurazione, a sinistra di Maria, del virile San Floriano, titolare della Pievania di Zoldo, ritratto con la corazza lucente mentre spegne un incendio divampato ai suoi piedi. A destra di Maria è raffigurato Sant’Antonio Abate invocato dalla pietà popolare contro le malattie infettive e come protettore degli animali domestici.

Zoppè di Cadore

In questo comune, situato nella Valle del Ritorto (alla quale si accede direttamente attraverso un’ardita stradina che parte da Forno di Zoldo, si può ammirare nella Chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Anna, la bellissima pala raffigurante la Madonna col Bambino e santi Paolo, Anna e Girolamo, attribuita da sempre a Tiziano, ma più probabilmente opera della bottega,. Nonostante fosse stato arrotolato e nascosto in un tronco cavo per evitare che fosse rubato durante l’occupazione napoleonica, il dipinto manifesta un’elevatissima qualità pittorica.

Un altro itinerario può svilupparsi nel Cadore

Perarolo di Cadore

Importante porto fluviale posto alla confluenza tra il fiume Piave e il torrente Boite, dalla fine del ‘300 sino agli inizi del ‘900, utilizzato per il commercio di legname proveniente da Carnia, Tirolo e Corinzia e destinato alla costruzione di navi a Venezia, caratterizzato dai due “cidoli” (strutture a saracinesca poste a sbarramento dei corsi d’acqua) che servivano a smistare il legname in fluitazione, ospitava due segherie della zona di proprietà di Francesco e Tiziano Vecellio. Il Museo del Cidolo e del legname raccoglie una serie di documenti relativi alle attività commerciali della famiglia. Nel 1525 Tiziano sposò Cecilia figlia del “quondam ser Alo de maistro Jacomo, barbier della villa de Perarolo de Cadore”. Nella Chiesa di San Rocco, eretta nel ‘500 ma ricostruita nel secolo scorso dopo un’inondazione del torrente Boite che la danneggiò profondamente, si conserva uno dei più bei dipinti attribuiti a Francesco Vecellio: la pala, dipinta intorno al 1520, raffigurante La Madonna con Bambino e i santi Rocco e Sebastiano spesso invocati contro la peste. La tela presenta un elevato equilibrio formale che sorprende per la particolare attenzione ai particolari e per l’utilizzo di colori caldi.

Pieve di Cadore

La città natale di Tiziano Vecellio è il capoluogo storico della valle grazie alla sua strategica posizione geografica che fin dall’epoca romana gli valse il ruolo di riferimento in campo politico, culturale e religioso.

Attorno alla piazza dedicata a Tiziano, con al centro la statua bronzea del pittore, si affacciano le sedi del potere politico e religioso affiancate da nobili palazzi dell’aristocrazia locale, tra le quali si trova anche la Casa del pittore cadorino: l’edificio, dal 1922 monumento nazionale, si presenta come tipica abitazione nobiliare: di modeste dimensioni, in solida muratura, con scala di legno e lungo ballatoio che conduce al primo piano. Qui Tiziano tornò anche in età avanzata, nel periodo estivo, per ripararsi dall’afoso clima veneziano.

Sede della mostra Tiziano. L’ultimo atto. è la Magnifica Comunità di Cadore: palazzo quattrocentesco autentico simbolo dell’identità locale che ancor oggi svolge l’originaria funzione di sede della Comunità e, accanto ai sontuosi saloni di riunione e di rappresentanza, ospita un’esposizione di stampe ed incisioni di Tiziano e riproduzioni di carteggi a lui appartenuti.

In uno dei saloni del palazzo civico è conservata un’opera di Marco Vecellio Madonna con Bambino; emblema del Cadore; S. Marco; allegorie della Fede e della Fortezza che celebra l’identità della regione cadorina il cui stemma (composto dalle due torri dei castelli di Pieve e Botestagno divisi da un albero) è ritratto ai piedi della Vergine. All’apparizione centrale della Madonna col Bambino si affiancano le figure di San Marco a sinistra – alla cui protezione si era votato l’intero Cadore e due figure allegoriche la Fede, con il calice nella mano, e la Fortezza, appoggiata alla colonna a destra.

Sempre intorno alla piazza principale si erge la Chiesa di Santa Maria Nascente, uno degli edifici più interessanti della provincia di Belluno per la ricchezza e la varietà delle opere che custodisce; la prima fabbrica risale ad un periodo anteriore al Mille; l’edificio attuale (1761-65) progettato dall’architetto Domenico Schiavi ha sostituito, nel 1813, la precedente costruzione gotica perdendo il coro decorato da Tiziano e Bottega con il ciclo di affreschi dedicato alla Vergine Maria. La chiesa arcidiaconale conserva però ancora un dipinto del suo celebre figlio in cui Tiziano stesso si ritrae come silenzioso testimone dell’evento divino: l’intima Sacra Conversazione che ritrae la Madonna con Bambino e Santi Rocco e Sebastiano. La tradizione vuole che questa tela sia stata eseguita per la cappella della famiglia Vecellio dopo la morte di Francesco avvenuta nel 1560; proprio al fratello maggiore di Tiziano è ascritta la splendida pala d’altare con una Madonna con Bambino e Santi Rocco e Sebastiano realizzata intorno al 1520 per la cappella della famiglia Genova. Ancora una volta i protagonisti sono i “santi della peste” – i più rappresentati nell’ambito della pittura cinquecentesca bellunese – che sono inseriti in quest’ariosa composizione all’aperto in cui Francesco dimostra un’elevata capacità di elaborazione del soggetto. Nell’attuale secondo altare laterale destro della navata si conserva infine un’opera del figlio prediletto di Tiziano, Orazio, che in questa Madonna del Rosario con Santi Domenico e Caterina da Siena, databile attorno agli anni ’80, pone i quindici misteri del Rosario come decorazione intorno al profilo superiore della tela.

La chiesa di Santa Maria Nascente oltre ai dipinti dei Vecellio, tra cui anche Cesare, conserva opere di Vesperbild, dei due pittori bellunesi Antonio Lazzarini e Gaspare Diziani, Pomponio Amalteo, Leandro Bassano e Palma il Giovane.

Nebbiù

Nebbiù è posta sulle prime pendici degli avancorpi meridionali dell’Antelao ed è punto di vista panoramico sui monti della sinistra orografica del fiume Piave che segnano i confini con il Friuli.

Accanto al centro abitato sorge la Chiesa di San Bartolomeo dove all’interno si conserva la pala di Marco Vecellio Madonna con Bambino e Santi Antonio Abate, Lucia e Maria Maddalena del 1584. Nell’alto della composizione, tra le nubi dorate, appare Maria con il Bambino, mentre in primo piano sono riconoscibili i tre santi: sulla sinistra Santa Lucia che assicura ai fedeli la protezione della vista; al centro Sant’Antonio Abate invocato contro le malattie infettive e a destra si riconosce molto probabilmente Santa Maria Maddalena.

Calalzo di Cadore

Antico insediamento e oggi importante centro turistico sviluppatosi su un terrazzo morenico che si affaccia sul lago artificiale di Centro Cadore – ricavato sbarrando il fiume Piave – Calalzo è inserita in uno splendido scenario naturale e si caratterizza per un’edilizia di pregio che alterna “tabià” a solide costruzioni ottocentesche, tra le quali emerge la Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire in cui si conservano otto dipinti (1566) di buona qualità cromatica che un tempo decoravano entrambi i lati delle quattro portelle del reliquiario e che costituiscono l’unica opera documentata di Orazio Vecellio; le tele rappresentano sul recto l’Annunciazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione mentre sul verso sono ritratti i Santi Pietro, Vito, Antonio Abate e Paolo.

Domegge di Cadore

Domegge di Cadore è uno degli insediamenti più antichi e popolosi della media Valle del Piave e si caratterizza per l’alternarsi armonioso di costruzioni rurali e di severe ed eleganti dimore.

Qui si conservano molte opere che provengono dall’inventiva della famiglia dei Vecellio: la Chiesa di San Giorgio Martire custodisce la pala d’altare centinata Madonna con il Bambino e Sante Lucia e Apollonia dipinta da Marco Vecellio nel 1591 (che la critica considera una delle sue migliori prove).

Le due sante, che sono disposte attorno a Maria con il Bambino, sono riconoscibili dai loro attributi riferibili al martirio subito: la tenaglia con il dente per Sant’Apollonia e il piatto con i due occhi per Santa Lucia.

Nella Chiesa di San Rocco si può invece ammirare un’altra opera di rappresentazione votiva contro la peste: infatti Francesco Vecellio negli anni ’30 ha dipinto una pala raffigurante una Madonna col Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano ritratti – a differenza della pala di Pieve di Cadore – all’interno di un’esedra il cui semi-catino è riccamente decorato con un motivo di grottesche a fondo oro. La composizione è quella classica piramidale con alla base la raffigurazione di un allegro angioletto musicante con il tamburello.

La frazione di Collesello nella Chiesa della Beata Vergine della Salute ospita una tela attribuita ad Orazio – Madonna con il Bambino e Angeli – che ripete la composizione del gonfalone situato nell’abside dell’arcidiaconale di Pieve di Cadore a sua volta copia da un originale di Tiziano ripresa dal pittore friulano Pomponio Amalteo.

Venàs (Valle di Cadore)

Quest’area, intensamente frequentata fin dall’antichità e per secoli principale centro commerciale del Cadore, ha restituito interessanti testimonianze archeologiche, tra cui reperti di civiltà protostoriche, un tratto della “via romana” e i resti di numerose strutture abitative del I-II secolo d.C.

Nell’abside della Chiesa di San Marco Evangelista – ricostruita nell’ottocento mantenendo però la precedente parrocchiale tardogotica – è conservato il trittico di Francesco Vecellio Madonna con Bambino e i Santi Marco, Lucano e Albino (1520 ca.)

San Vito di Cadore

Altre due opere di Francesco Vecellio sono visitabili nella Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia e nella Chiesa della Beata Vergine della Difesa a San Vito di Cadore, cittadina di origine medievale oggi fiorente centro turistico situato nella suggestiva Valle del Boite, nel cuore delle imponenti Dolomiti.

Nella prima parrocchiale spicca la Madonna con Bambino e santi Ermagora, Vito, Giovanni Battista e Gottardo del 1524 realizzata subito dopo il ritorno del pittore dalla guerra di Cambrais; mentre nella Madonna con Bambino e santi Ermagora e Antonio Abate (Chiesa della Beata Vergine della Difesa) Francesco esprime una particolare attenzione per l’impianto compositivo e l’alta qualità della pittura è dimostrata da una pennellata sicura e disinvolta.

Comelico

San Pietro di Cadore

Il paesino dell’alto Comelico offre con Palazzo Poli de Pol (1663-66, oggi sede municipale) un singolare esempio di trasposizione dell’architettura di villa in area montana. L’edificio, che presenta una facciata attribuita a Baldassarre Longhena, ha nell’interno tre sale affrescate.

Nella Chiesa di San Pietro Apostolo l’altar maggiore è ornato dalla pala dipinta da Marco nel 1588 San Pietro, San Marco e San Simone, un’opera dalla composizione convenzionale che mostra San Marco al centro, con le chiavi del Regno dei Cieli, Paolo con la spada della Giustizia e Simone con uno strumento del martirio.

Candìde (Comelico Superiore)

La Chiesa di Santa Maria Assunta, situata nel centro di Candìde, conserva al suo interno tre opere di Francesco Vecellio che per la critica potrebbero provenire da due diversi trittici: due tele del 1515 ca. raffiguranti San’Andrea e San Giovanni Battista e una splendida Madonna con il Bambino dipinta probabilmente dopo la metà degli anni Trenta quando Francesco lasciò definitivamente Venezia per il Cadore.

Le figure dei due santi, rese da un’esperta pennellata e avvolte in vesti vivacissime, testimoniano un felice momento creativo del pittore, mentre la Vergine in trono con il Bambino e l’angioletto con un tamburello in primo piano ripropone gli elementi compositivi – di matrice tardoquattrocentesca – che si ritrovano nelle opere dell’artista in tutta la provincia.

Danta di Cadore

Danta di Cadore è situato a 1400 metri di altezza in una terrazza panoramica che si affaccia sulle creste del Popera; nella Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano possiamo ammirare una pala l’altare – di cui un recente restauro ha recuperato l’originaria policromia – attribuita a Francesco Vecellio e rappresentante, ancora una volta, la Madonna con Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano.

 

I visitatori della mostra “Tiziano. L’ultimo atto” riceveranno la Tiziano Card, un prezioso strumento – frutto della collaborazione tra i promotori della mostra e Belluno Centro Storico – che renderà ancora più piacevole il soggiorno nella cittadina.

La card verrà consegnata in omaggio a tutti coloro che acquisteranno il biglietto di ingresso alla mostra e dà diritto al 10% di sconto nei negozi, alberghi, ristoranti, e bar di Belluno che hanno aderito all’iniziativa.

Gli esercizi che partecipano saranno elencati nel depliant consegnato con la Tiziano Card, e saranno contraddistinti da un’apposita vetrofania.

I ristoranti, pizzerie e trattorie che aderiscono alla Tiziano Card, offriranno, inoltre, ai loro ospiti menù e piatti particolari all’insegna del maestro, rielaborando e personalizzando specifiche consuetudini culinarie del tempo di Tiziano.

In collaborazione con Dolomiti Bus viene inoltre proposta ai visitatori della mostra la Tiziano Guest Card, un biglietto unico per autobus e pullman valevole, senza limiti di corse, sull’intera rete del servizio Dolomiti Bus.

Il biglietto avrà il costo di 5 euro per un giorno e di 12 euro per tre giorni e avrà valore solo se esibito insieme al biglietto della mostra.

La visita alla mostra e alla città sarà resa ancora più lieta grazie a un ricco programma di manifestazioni ed eventi che animeranno il centro storico e permetteranno – soprattutto nel periodo natalizio – di curiosare nei mercatini tipici, gustare i sapori delle terre di Tiziano e scoprire l’artigianato locale.

Tutto questo facilmente raggiungile grazie a una autostrada sempre libera e veloce, un ampia parcheggio e una scala mobile che in 3 minuti porta nel cuore della città e alla sede della mostra.

Particolarmente utile per la visita di questi luoghi è la guida, edita da Skira e curata da Marta Mazza, che, con ricche schede esplicative delle opere dei Vecellio che maggiormente collaborarono con Tiziano, permette di visitare anche luoghi abitualmente inaccessibili, aperti in occasione della mostra in giorni ed orari stabiliti

Ulteriori informazioni sui seguenti siti: http://www.infodolomiti.it/dolomiti.run?0,L=0.run - www.tizianoultimoatto.it - http://www.belledolomiti.it/

Dove alloggiare:

Hotel delle Alpi Via J. Tasso, 13 32100 Belluno (BL) Tel.: +39 0437 940545 Fax: +39 0437 940565

Hotel Ferrovia Via Stazione, 4 32042 Calalzo di Cadore (BL) Tel.: +39 0435 500705 Fax: +39 0435 500384

Hotel Al Pelmo Via Nazionale, 56 32044 Pieve di Cadore ((BL) Tel.: +39 0435 500900 Fax: +39 0435 32305

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