In una giornata si passa dalle geometrie delle bonifiche all’impressionismo di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin

Bassa Padovana: una delle zone più affascinanti della regione Veneto

  In viaggio tra gusto e cultura  

In questa particolare estate, caratterizzata dall’emergenza sanitaria da Covid 19 e dalla esigenza di trovare nel nostro Paese località in cui sia anche possibile il distanziamento sociale, consigliamo di visitare un’area culturalmente molto interessante: la Bassa Padovana, una delle zone più affascinanti della regione Veneto, che si trova a Sud di Padova e che è delimitata dai Colli Euganei, il mare, i fiumi. La Bassa Padovana è una terra d’acqua ed un mare di terra fertile e ubertosa, un’ampia distesa verde, valorizzata da grandiose città fortificate, ricche di storia e misteri.

Il GAL Patavino (www.galpatavino.it) é il Gruppo di Azione Locale, promosso dall'Unione Europea, incaricato di sviluppare piani e programmi di interventi dedicati al miglioramento socio-economico delle comunità rurali. Costituita nel 1994, La Società Consortile GAL Patavino, infatti, realizza progetti a favore del territorio, valorizzando le risorse e promuovendo un nuovo approccio culturale e imprenditoriale.

Il Gal Patavino, nell’ambito del progetto #daiColliall’Adige, organizza dei tour dedicati proprio a questa zona: basta raggiungere in treno la stazione di Monselice e da qui è possibile proseguire per Stanghella, per scoprire le diverse tecniche utilizzate dall’uomo per disegnare la campagna veneta, e per Vescovana, dove si può visitare la Villa Pisani Bolognesi Scalabrin, un sontuoso palazzo rinascimentale, raffinato salotto culturale nell’ottocento ed oggi B&B, sede anche della rassegna Giardinity

Nel comune di Monselice (mons silicis, perché si estraeva la pietra dal colle attorno a cui si stende il paese, o da mons elicis, per la specie presente sullo stesso colle) non si possono perdere il Castello ed il Santuario Giubilare.

Il castello di Monselice è un complesso di edifici composto di quattro nuclei principali, più una rocca. La parte più antica, sulla destra entrando dal portone nella Corte Grande, è il Castelletto, con l'annessa Casa Romanica, edificati tra l'XI e il XII secolo. Sulla sinistra sorge la massiccia sagoma della torre di Ezzelino, del XIII secolo. Al centro, come nucleo di collegamento fra i due edifici esistenti, viene realizzato nel XV secolo il Palazzo Marcello. Sulla cima della collina sorge una rocca edificata da Ezzelino III da Romano su ordine dell'imperatore Federico II di Svevia.

Sulle pendici del Colle della Rocca si trova il più importante complesso monumentale religioso di Monselice: il Santuario Giubilare delle Sette Chiese, che è costituito da sei cappelle che si susseguono lungo la via che sale fino al piazzale antistante Villa Duodo, dove si trova la chiesa di S. Giorgio. Le sette chiese votive sono frutto del progetto di Pietro Duodo, nobile veneziano che aveva già edificato in questo luogo la sua residenza, con annessa cappella privata. Nel 1605 Pietro Duodo ottenne da Papa Paolo V il permesso di edificare ed intitolare le piccole chiese come le sette maggiori basiliche romane, ottenendo, anche, lo stesso privilegio dell'Indulgenza Plenaria.

Stanghella - In questo comune si deve assolutamente visitare il Museo Civico Etnografico “Camillo Corrain”, che fa parte del sistema museale della Bassa Padovana insieme ai musei civici di Granze e Villa Estense. La gestione del Museo, istituito in collaborazione con l’Amministrazione Comunale per iniziativa del Gruppo Bassa Padovana, con la guida di Camillo Corrain, si propone la conservazione di un patrimonio di conoscenze, tradizioni, documenti e materiali che ne hanno fatto un punto di riferimento fondamentale per un percorso scientifico-divulgativo e di ricerca storica e antropologica nel territorio che va dai Colli Euganei all’Adige.

La visita inizia dalla Sala dell'Osteria, la sala dell’accoglienza, che ricostruisce lo spazio di un’osteria con in esposizione anche botti, tini ed altri attrezzi per il vino. Si prosegue nella Sala delle Officine Rurali, dove sono esposti gli attrezzi di lavoro di tre importanti artigiani - il falegname, il fabbro ed il maniscalco - e quindi nella Sala della Ruralità dove sono esposti pezzi che raccontano la vita quotidiana.

Il clou del museo, però, si può visitare nel piano superiore del museo: in una sala, infatti, si trova la gigantesca Carta del Retratto del Gorzon, un'imponente carta catastale, del 1600, che documenta la trasformazione del territorio nel periodo delle bonifiche veneziane. In un’altra sala troviamo altri documenti cartacei, in originale o in copia, provenienti dalle famiglie Pisani e Centanin, come, ad esempio, vecchie tavolette topografiche, carte catastali ottocentesche, carte corografiche, idrografiche, tavole di raffronto per le misure, pergamene, tavolette riferibili alla Prima Guerra Mondiale,.

Proseguendo la visita, nella sala Colonizzazione Antica sono esposti, didatticamente, reperti del periodo preistorico e protostorico, provenienti da vari luoghi della Bassa Padovana, con pannelli illustrativi che corredano le esposizioni; mentre in un’altra sala è esposto un ampio repertorio di ceramiche legati alla vita rurale e al suo quotidiano, alle tradizioni della terra, alla religiosità e al lavoro dei campi.

Vescovana - Si può visitare la Villa Pisani Bolognesi Scalabrinda: un’antica corte medioevale trasformata in un sontuoso palazzo rinascimentale ed anche in un raffinato salotto culturale nell’Ottocento.

La villa fu eretta nella prima metà del'500 su committenza del Cardinale Francesco Pisani, patrizio veneziano, vescovo di Padova, quale sede amministrativa delle proprietà fondiarie acquisite dalla famiglia nel 1478 nella Bassa Padovana. A seguito dello spostamento degli interessi economico-finanziari della famiglia in terraferma, il nobile patrizio veneziano commissionò ad Andrea Palladio e ai maggiori architetti e pittori del tempo la costruzione e la decorazione di numerose ville e palazzi nella zona, tra cui oltre a questa anche il Palazzo di Montagnana e quello di Monselice.

La villa del Pisani è stata poi rinominata GROMBOOLIA dalla Contessa Evelyn van Millingen Pisani, sposa di Almorò III, in onore del regno immaginario sognato da Edward Lear.

Tuttora lo spirito di Evelyn pervade questo piccolo paradiso in terra, che trasmette forti sensazioni. La villa, oggi di proprietà di Mariella Bolognesi Scalabrin, è anche un magnifico B&B, ricco di un grandissimo parco, romantico, che è sede della rassegna annuale Giardinity.

Giovanni Scotti

  • img1
  • img2
  • img3
  • img4
  • img5
  • img6
 Versione stampabile




Torna