Consigli per come riconoscere il dolore e l’ansia del distacco nei nostri cani

Mylav: animali domestici e Fase 3

  Salute  

Il cane ha una forte propensione alla condivisione, alla collaborazione ed all’attaccamento: ricerca, quindi, il contatto fisico con i componenti del nucleo familiare, a differenza dei gatti, che tendono, invece, ad essere più riservati e indipendenti.

Il cane è un compagno fedele che troviamo spesso accanto a noi in casa, sia per curiosità sia per chiederci una coccola o proporci un gioco: tutti elementi che contraddistinguono l’indole alla condivisione e collaborazione del nostro amico a quattro zampe.

Il periodo di quarantena forzata, appena trascorsa, se per molti è stata una fatica, per i nostri cani è stata una vera e propria boccata di ossigeno, grazie alla nostra presenza costante: sono stati giorni felici vissuti in simbiosi che nascondono, però, delle insidie in vista del ritorno alla “quasi” normalità, dalla riapertura di molti uffici fino all’inizio dei campi estivi per i più piccoli.

Nella Fase 3 della emergenza sanitaria da COVID 19, in cui molte attività stanno ripartendo, dunque i nostri amici a quattro zampe stanno per trovarsi nuovamente da soli in casa.

La dott.ssa Maria Chiara Catalani, insieme con il team di esperti di MyLav, laboratorio di analisi veterinarie, che offre un servizio di consulenza “all inclusive” ai colleghi medici veterinari, allora, ha ritenuto opportuno elaborare alcuni consigli per aiutare i nostri animali a superare al meglio la fase 3 e diminuire, così, l’impatto emotivo sui cani dovuto al distacco dai padroni impegnati nel ritorno al lavoro.

Ritorno a lavoro - Se la routine lavorativa è ricominciata e l’assenza da casa si è prolungata, diventa importante verificare che il cane non soffra del distacco e che non mostri segnali ansiosi. Per capirlo possiamo osservare i suoi comportamenti da lontano, magari mentre ci prepariamo per uscire: se dovessimo notare agitazione o che tende a seguirci con apprensione o, peggio, che cerca di ostacolare la nostra uscita, vuol dire che ci sta segnalando preoccupazione e timore. In questo caso è molto importante aiutarlo grazie al supporto di un medico veterinario esperto in comportamento che potrà fargli ritrovare serenità e benessere.

Il tempo insieme prima del distacco - Prima di assentarsi è opportuno dedicare al cane almeno mezz'ora insieme magari per una bella passeggiata, rilassante e gratificante. In questo modo sarà più tranquillo nell'affrontare le ore in solitudine e, oltre ad espletare i suoi bisogni fisiologici, potrà avere una migliore disposizione fisica e mentale per rimanere sereno anche se dovrà trascorrere qualche ora senza il proprio padrone.

Come riconoscere i disturbi di ansia - Quando un cane prova disagio, può manifestarlo attraverso comportamenti difficili da comprendere. Per esempio potrebbe arrecare danni in casa o far fatica ad addormentarsi la sera, o ancora avere meno appetito o disturbi cutanei come la forfora. Anche i disturbi gastrointestinali e l’espletamento dei bisogni in casa rappresentano un campanello di allarme. Infatti, l'ansia è un problema che altera differenti funzioni dell'organismo e molti comportamenti. Se notiamo atteggiamenti insoliti nel nostro cane, dopo la ripresa della “semi normalità” e soprattutto da quando ha ricominciato a trascorrere alcune ore in casa da solo, è importante chiedere aiuto ad un medico veterinario esperto in comportamento, per evitargli una sofferenza profonda e limitare i danni in casa.

Il Prof. Nicola Decaro, European Specialist in Veterinary Microbiology, consulente di MyLav ed esperto in Malattie Infettive degli Animali Domestici, dichiara: In questo periodo emergenziale, molti proprietari di animali domestici hanno sviluppato il timore che il cane e il gatto possano fungere da “untori” di questa nuova “pestilenza” del XXI secolo. In generale, il gruppo dei coronavirus è molto eterogeneo e ci sono molti coronavirus in grado di infettare gli animali domestici, alcuni senza dare grossi problemi clinici, altri in grado di causare infezioni letali (come la peritonite infettiva felina). Il Covid-19 non ha nulla a che vedere con questi altri coronavirus. Studi preliminari su un ridotto numero di animali hanno mostrato come in alcuni cani che hanno convissuto con pazienti sintomatici ed infetti da Covid-19, possono albergare il virus nelle prime vie aeree. Molti dei consigli diffusi nel recente passato su come evitare il contagio diretto o indiretto, tramite oggetti o animali, sono spesso stati frutto di congetture o opinioni personali, e solo raramente sono state basate su prove scientifiche assodate. Infatti, ad oggi le indicazioni del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadiscono che la trasmissione del Covid-19 avviene esclusivamente da uomo a uomo, confermando che non ci sono prove che gli animali da compagnia possano trasmettere la malattia. Come raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) è fondamentale non intraprendere misure “ingiustificate” che potrebbero compromettere il benessere degli animali, dunque attenzione alle notizie fake.

Il professore Decaro aggiunge: Il mio consiglio è dunque seguire le raccomandazioni indicate dalle autorità internazionale sulla trasmissione da uomo a uomo, basate sulle attenzioni al mantenimento di controllate abitudini sociali, sull’igiene, la disinfezione personale e sull’utilizzo di mascherine. Se un nostro animale si infetta, è molto probabile che sia stato un membro della famiglia ad averlo contagiato e non il contrario. Inoltre, è opportuno ricordare che questa nuova patologia è sotto la lente dei ricercatori di tutto il mondo solo da pochi mesi, per cui anche il più esperto conoscitore mondiale della SARS-COVID-2 è tutt’altro che un vero “esperto”, poiché chi conosce un po’ la scienza medica, sa benissimo che non sono sufficienti pochi studi per mettere la parola fine ad un oggetto di ricerca, quindi attenzione alle notizie allarmiste.

Info: Saluteanimale.net

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