Vivere ai tempi del COVID 19: resistenza e strategie nella quarantena degli over 65

Fondazione IRCCS Besta: la prima ricerca sugli over 65 durante il lockdown

  Salute  

Venerdì 8 maggio, la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta presentato i dati dell'indagine che ha permesso di comprendere come persone con più di 65 anni, residenti in Lombardia (soprattutto a Milano e a Bergamo, due delle realtà più colpite dall’emergenza sanitaria) hanno vissuto la situazione di emergenza legata alla pandemia COVID-19.

L'indagine ha coinvolto 515 persone con interviste telefoniche e mediante form on-line.

Nello specifico, il periodo analizzato era dal 16 marzo al 17 aprile 2020. - dice la dott.ssa Matilde Leonardi. Direttrice U.O.C. Neurologia, Salute Pubblica e Disabilità della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta - Sono state indagate la percezione del rischio, la qualità di vita e le azioni messe in atto dalla popolazione anziana per fronteggiare questa difficile situazione,

Il campione di 515 persone (di cui il 56% donne), di età media 75 e con scolarità media superiore (38%), è composto principalmente da pensionati (92%).

La maggioranza del campione ha dichiarato di vivere con qualcuno (76%), riporta patologie pregresse in anamnesi (56%) e per il 40% ha riportato di avere connessioni con persone che hanno contratto il COVID-19.

Le fonti di informazione maggiormente utilizzate dalla totalità del campione per rimanere informati circa la pandemia COVID-19 sono risultate essere la televisione (95%) e internet (76%). In misura minore, invece, le informazioni sono state reperite da riviste (11%) e personale sanitario (18%).

Per quanto riguarda la percezione del rischio legata a COVID-19, complessivamente i risultati della ricerca indicano come essa risulti più bassa rispetto al rischio percepito in merito ad altre minacce, quali cancro e influenza. Questo dato potrebbe testimoniare come il lockdown sia stato vissuto dagli over-65 intervistati come una situazione protettiva rispetto al COVID-19.

Per quanto concerne le azioni messe in atto per fronteggiare la situazione, il campione mostra la messa in atto di strategie mirate all’accettazione piuttosto che strategie mirate ad un cambiamento pro-attivo della situazione. Questo risultato risulta compatibile con la situazione di isolamento ed emergenza nella quale risulterebbe molto difficile adottare strategie che possano elicitare un cambiamento attivo della situazione stessa. I risultati mostrano, inoltre, come sia le strategie di fronteggiamento sia la percezione del rischio legato a COVID-19, siano in realtà influenzate dall’avere connessioni con persone che hanno contratto il COVID-19.

Nello specifico, sia la percezione del rischio sia l’utilizzo di strategie mirate all’accettazione sono maggiori in chi riporta di avere connessioni con persone con COVID-19 rispetto a chi riporta di non conoscere persone che abbiano contratto il COVID-19.

I risultati relativi alla percezione della qualità di vita, poi, indicano un’elevata soddisfazione dell’intero campione per quanto concerne la propria condizione abitativa, economica e relazionale.

Inoltre, dalla ricerca è emerso come il livello percepito di qualità di vita sia maggiore in chi fa parte di associazioni e vive con qualcuno rispetto a chi non fa parte di alcuna associazione e vive solo. Questo ultimo risultato testimonia come il contesto relazionale sia di particolare importanza per il benessere percepito, pur considerando che il campione mostra globalmente un’elevata soddisfazione in riferimento alle proprie condizioni.

Spiega la dott.ssa Matilde Leonardi: Si tratta del primo progetto italiano di indagine su un target di anziani nel periodo più critico del covid 19 ovvero durante il periodo di lockdown: i nostri risultati, pertanto, possono essere utili per evidenziare quali sono i percorsi e i servizi da attuare per migliorare la vita degli over 65 in situazioni di emergenza ovvero puntare su cultura, alfabetizzazione digitale, interventi di supporto e sostegno psicologico on line, e fare rete in modo continuativo per non far sentire sole le persone e per valorizzare la socializzazione e far sentire utili le persone in un dialogo on line e contatto costante grazie alla multimedialità e ai volontari, vero sostegno per chi ha più di 65 anni e magari non ha una famiglia al suo fianco.

L’iniziativa della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta è in linea con le direttive OMS e le modalità di interazione con i pazienti dell’European Patients’ Forum (EPF - www.eu-patient.eu) attivo in tutti gli Stati europei e con 74 membri di associazioni di pazienti con malattie croniche, con cui l’Istituto Besta, ed in particolare il team della dott.ssa Leonardi, è già in networking.

Alla realizzazione della ricerca, coordinata da UOC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità - Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano, con il team della dott.ssa Matilde Leonardi, composto dai ricercatori Francesca Giulia Magnani, Claudia Toppo ed Erika Guastafierro, ha collaborato Auser Regionale Lombardia (nella foto la sua presidente), con il team formato da Ersilia Brambilla, Rosa Romano, Rino Campioni e Carla Facchini, consulente Auser e volontaria associazione dell’Associazione Nestore.

Il vid eo della presentazione dei dati è fruibile sul canale youtube dell’Istituto Besta (www.youtube.com/channel/UCbDhLgHEEyukzdmFuE1rpOwe), sul sito di Auser Regione Lombardia (www.auser.lombardia.it ) e sul sito di Nestore (www.associazionenestore.eu).

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