Vivere più a lungo si può. Lo dice anche la scienza. Ma la longevità da sola non basta, occorre prendersi cura del proprio corpo, a partire dalla pelle, il nostro organo più esteso. Per farlo, non si può badare solo all’estetica, bisogna intervenire anche sulla sua struttura

BIODERMOGENESI: nuovo approccio rigenerativo contro l’invecchiamento cutaneo

  Bellezza e Benessere  

L’invecchiamento cutaneo è dato dall’azione combinata di aggressioni ambientali ed alterazioni endogene.

Due diversi fenomeni ne costituiscono la causa: uno intrinseco, il cronoaging, dato dalla somma delle caratteristiche genetiche ed ereditarie, del tempo e della diversa qualità dello stile di vita dell’individuo, caratteristico delle aree normalmente protette dall’esposizione solare, ed uno estrinseco, il photoaging che coinvolge le aree esposte agli ultravioletti e all’inquinamento ambientale, come viso e collo, ed è generalmente proporzionale al tempo di esposizione ed all’intensità di tali elementi. Le conseguenze del cronoaging sono l’assottigliamento cutaneo per atrofia di tutte le sue strutture e la ridotta idratazione cutanea, mentre nel photoaging si assiste all’elastosi dermica, cioè alla trasformazione delle fibre elastiche in tessuto fibrotico e quindi anelastico. La somma dei due fattori espone la pelle, i compartimenti adiposi e i muscoli a subire progressivamente gli effetti della forza gravitazionale. Il risultato? I lineamenti si allungano e si spostano progressivamente verso il basso.

A fronte di una morte cellulare programmata mediamente costante, il tempo, la genetica e gli stili di vita interferiscono sulle facoltà rigenerative della pelle, riducendole progressivamente. Fisiologicamente si assiste ad una progressiva minore attività del microcircolo sanguigno, che riduce quindi l’apporto nutrizionale e di ossigeno, mentre la ridotta funzionalità del microcircolo linfatico impedisce un completo recupero delle tossine di scarto del metabolismo cellulare.

Si stima che il nostro corpo sia costituito mediamente da 11 a 12.000 miliardi di cellule al momento della massima espansione e che ne perda circa 200 milioni al giorno. Nel periodo dello sviluppo e della crescita le cellule di nuova formazione superano quotidianamente quelle perse, nell’effimero momento della massima espansione del nostro corpo (massima crescita e vigoria) si equivalgono, ma da tale momento in poi non riescono a compensare la perdita cellulare. Questo porta inevitabilmente ad uno svuotamento di derma ed ipoderma che, soprattutto nella donna, si manifesta evidente già in età compresa tra i 40 ed i 50 anni. Come intervenire?

Biodermogenesi: la rivoluzione della tecnica - Fino ad oggi la medicina estetica si è basata sulla compensazione di deficit che la nostra pelle manifesta con il passare degli anni, proponendo tecniche più o meno invasive e con effetti collaterali minimi, in genere accettabili. Appare però evidente che l’obiettivo della Medicina Estetica, in quanto medicina, non deve essere semplicemente quello di attenuare una ruga o di ridurre localmente lo svuotamento cutaneo o il deficit di idratazione, quanto piuttosto di interrompere, seppur temporaneamente, o rallentare significativamente il ciclo degenerativo tipico dell’invecchiamento cutaneo, offrendo un risultato evidente e rilevante nel rispetto sia della fisiologia della pelle che dell’armonia del volto.

Biodermogenesi è il metodo non invasivo che agisce nel pieno rispetto della fisiologia cutanea, dimostrando, anche attraverso studi universitari, che non è necessario determinare un danno per ottenere un risultato estetico significativo. Si basa su forme di energia note da tempo in medicina dello sport, evolute affinché possano interagire con la nostra pelle, adattandosi, secondo dopo secondo, alla specifica risposta biologica. Ciò porta a riattivare l’attività del pompaggio di sodio e di potassio attraverso le membrane cellulari, favorendo una maggiore attività rigenerativa.

Lo studio - Nata per il trattamento rigenerativo delle smagliature, per le quali ha dimostrato una notevole facoltà rigenerativa della cute smagliata, un aumento qualitativo e quantitativo di collagene di tipo III e di fibre elastiche ed un incremento della mitosi cellulare, più di recente Biodermogenesi è stata utilizzata come terapia contro l’invecchiamento cutaneo.

Lo studio è stato condotto su un gruppo di 82 pazienti di età compresa tra 42 e 81 anni e ha documentato una significativa attenuazione del fenomeno dell’invecchiamento cutaneo di volto e collo, sia dal punto di vista estetico che strutturale. È stata riscontrata, inoltre, una diversa qualità della pelle, con evidente miglioramento di 3 parametri: idratazione, sebometria e pH su tutte le pazienti trattate, nonché un maggiore turgore cutaneo ed una generale distensione dei lineamenti, ben evidenti già ad occhio nudo.

Il trattamento - Il trattamento di Biodermogenesi a volto e collo si effettua con l’apparecchio Bi-one® abbinato ad un gruppo di cosmetici sinergici e si basa su due distinte fasi di lavoro.

La prima fase prevede una forma di elettrostimolazione che permette di veicolare acido ialuronico, con l’obiettivo di aumentare il livello di idratazione del tessuto trattato, e aminoacidi a basso peso molecolare, per migliorare la qualità della matrice extracellulare, essenziale nella rigenerazione cutanea.

La seconda fase, detta ACTIVE, si basa sull’erogazione di campi elettromagnetici a frequenza variabile in base al feed-back elaborato dall’apparecchio secondo dopo secondo, derivato dalla misurazione del livello di energia effettivamente recepita dal tessuto cutaneo trattato.

L’assoluta assenza di effetti collaterali, la gradevolezza del trattamento e la sua azione estesa a tutti gli aspetti tipici della senescenza cutanea fanno di Biodermogenesi® la terapia di riferimento contro l’invecchiamento cutaneo.

I benefici:

Attenuazione delle rughe - Aumento del turgore cutaneo - Aumento dell’idratazione cutanea + 35,5% - Normalizzazione del pH - Riduzione dell’eccesso di sebo - Riduzione dell’effetto della forza gravitazionale.

Breve storia del progetto - Biodermogenesi nasce nel 2006 da un’idea di un gruppo di ricercatori fiorentini, che, nel 2008, realizza la tecnologia Bi-one e mette a punto un protocollo terapeutico denominato Biodermogenesi e finalizzato alla rigenerazione delle smagliature. L’8 maggio 2008 il Professor Pierantonio Bacci, ai tempi Docente di Chirurgia Estetica all’Università di Siena, presenta alla stampa un primo studio relativo alla terapia delle smagliature con Biodermogenesi®, basato su una casistica maturata in due anni con il contributo di altri medici, relativa a 2.034 pazienti, dimostrando l’efficacia del trattamento su un campione davvero significativo e rilevando la totale assenza di effetti collaterali e di down time. Da quel momento si sono susseguiti numerosi studi che hanno coinvolto anche la Scuola di Dermatologia dell’università di Pisa e l’università di Pavia. Nel 2011 l’Agenzia per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio ha selezionato Biodermogenesi® tra i 269 brevetti a maggior contenuto innovativo depositati in Italia nel corso del precedente lustro. Nel 2017 inizia lo sviluppo di una sostanziale miglioria del progetto Biodermogenesi®, che permetterà di ampliare i campi di applicazione ed intensificherà l’efficacia della terapia. Tale tecnologia è tutelata da un brevetto che ha iniziato quest’anno la fase di nazionalizzazione in oltre 40 Paesi.

I campi di applicazione di Biodermogenesi attualmente sono:

BDG BODYSHAPING - terapia delle strie, della cellulite e per l’elasticizzazione cutanea di corpo e seno;

BDG DERMACARE - terapia di cicatrici e cheloidi post-chirurgici, da ustione e chimici;

BDG REVITALIZE - terapia anti-aging di viso e collo;

BDG FOEMINA - ginecologia estetica e terapia dell’atrofia vulvo-vaginale.

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