Cetto c’è, senzadubbiamente, il film di Giulio Manfredonia, segna il grande ritorno al cinema di Cetto La Qualunque, l’indimenticabile personaggio creato e interpretato da Antonio Albanese

Cetto c’è, senzadubbiamente: il nuovo spassoso Cetto di Albanese

  Cultura e Spettacoli  

Forse non all’altezza del Cetto a cui eravamo abituati, il nuovo Cetto c'è, senzadubbiamente ci lascia comunque con un simpatico sense of humour, che al cinema è sempre un bel risultato.

Che fine aveva fatto il nostro eroe quotidiano, simbolo della peggiore italianità?.

Cetto La Qualunque, il politico calabrese corrotto e scorretto, si è ritirato in esilio in Germania e ha abbandonato l'aspirazione politica per dedicarsi ad altro. È diventato, infatti, un imprenditore, che ha aperto una catena di successo di ristoranti e pizzerie. Anche nella sfera privata Cetto ha trovato casa: una bellissima moglie tedesca, un figlio e due suoceri neonazisti, che non riescono ad entrare in sintonia con il genero.

L'imprenditore, però, non ha dimenticato la sua patria, l'Italia, e presto si presenta anche l'occasione giusta per farvi ritorno, cioè la fine (apparente) di una zia che gli rivelerà le sue origini nobili.

Da qui una serie di vicende esilaranti e rivelatrici della povertà mentale e morale dell’Italia di oggi, colta attraverso il personaggio iconico.

Ovviamente, secondo lo stile italiano, Cetto è un re da burletta, circondato da una cornice da favola, una favola sempre guardata con uno sguardo sorridente.

Non sempre all’altezza dell’ironia feroce dei film precedenti, questa terza e ultima puntata della trilogia del “‘pilu”, accontenta comunque i fedelissimi di Albanese

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