Un esordio vitale di Bocci e un pugno nello stomaco nella raffigurazione di una periferia romana sconvolgente

"A Tor Bella Monaca non piove mai": amara e sorprendente

  Cultura e Spettacoli  

Vicende e intrecci umani che colgono come un pugno nello stomaco la verità sconvolgente di una certa società italiana che vive di espedienti, rabbia, disperazione e in fondo tanta ingenuità.

I veri furbi sono altrove. Qui vivono dei poveracci che si scontrano ogni giorno con le tentazioni, l’insoddisfazione, le mille umiliazioni di una vita ai margini.

Romolo e Mauro sono fratelli e vivono da sempre a Tor Bella Monaca, quartiere della periferia romana.

Romolo è stato in galera, ma una volta uscito ha deciso di rigare dritto e ora lavora in fabbrica, mantenendo moglie e figlia.

Mauro, diplomato geometra, spera di ottenere un incarico pubblico dal Comune, e intanto campa di lavoretti occasionali. Entrambi vivono sotto il tetto dei genitori, non riuscendo l'uno a trovare un alloggio per la propria famiglia, l'altro un incarico che gli permetta di guadagnarsi l'indipendenza. E le cose si mettono male, perché la nonna se ne è appena andata (e con lei la sua pensione) e l'inquilino che ha affittato il piccolo locale di proprietà del padre di Romolo e Mauro non paga la pigione.

Basato sul romanzo omonimo firmato da Marco Bocci, A Tor Bella Monaca non piove mai comincia il suo racconto mostrando come sia incombente il passaggio a una vita disagiata e vicina alla tentazione criminale.

Incredibile assistere alle fasi della caduta, agli errori, alle illusioni di chi tenta disperatamente di risalire la china.

Un film ottimo e sorprendente, che tiene alta la tensione, anche con punte di umorismo nero e così facendo invita alla riflessione amara su certe situazioni di degrado e disperazione.

E’ ancora una volta la situazione di Gli ultimi rimarranno gli ultimi ...

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