L’itinerario permette di ammirare abbazie longobarde, castelli della Lomellina ed oasi naturalistiche

Lomellina: una giornata in un paesaggio unico

  In viaggio tra gusto e cultura  

Nella zona sud-occidentale della Lombardia, compresa tra il Sesia, a occidente, il Po, a occidente e a mezzogiorno, il Ticino, a oriente, ed il Basso Novarese, a settentrione, si trova la Lomellina, un territorio, da sempre, con forte vocazione agricola, che merita una visita.

Il nome Lomellina, cui fanno parte 57 comuni, deriva da Lomello, già municipium romano ed importante centro di aggregazione per il territorio. Il suo capoluogo è Vigevano, importante centro industriale e capitale storica della produzione di calzature.

Nella zona è diffusa la coltura del riso, come testimoniato dalla Sala contrattazione merci di Mortara, la più importante in Italia per quanto riguarda la compravendita del riso.

Volendo visitare la Lomellina consigliamo, come prima tappa Sartirana, con il castello visconteo e la sua torre, che domina tutto il paese, ed i tre campanili delle chiese di San Rocco, della SS. Trinità e di Santa Maria dell'Assunta. A Sartirana si può visitare (prenotando), in particolare, il complesso de La PILA, antico magazzino di stoccaggio e lavorazione del riso, edificato nel XVII sec.

Il complesso, unico nel suo genere non solo per fascino ma anche per lo stato di conservazione, deve il suo nome al processo di pilatura, svolto all’interno dell’edificio, che trasformava il riso grezzo in riso bianco attraverso le fasi della sbramatura e della sbiancatura. Il magazzino è integrato nel complesso del Castello Visconteo di Sartirana (XIV secolo). La Pila ospita una mostra permanente di Ken Scotti e il museo degli attrezzi agricoli, compreso u.n mulino orizzontale

Il tour potrebbe, poi, proseguire con la visita del borgo di Lomello, già importante centro romano, noto soprattutto perché vi transitava la strada, che da Piacenza, per Pavia, portava a Torino e ai passi alpini nelle Alpi Cozie, e divenuta ancora più importate in epoca longobarda: si trovava, infatti, sulla strada che da Pavia, capitale del Regno longobardo, portava verso la Francia. A Lomello fu celebrato, nel novembre 590, il matrimonio tra la regina Teodolinda ed il duca di Torino, A Lomello.

Qui, parcheggiata l’auto nella piazza centrale, non si può non visitare il complesso religioso formato dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, notevole costruzione del primo periodo romanico lombardo (XI secolo) e l’annesso Battistero di San Giovanni ad Fontes (VIII secolo), un antichissimo edificio longobardo a forma ottagonale, con i resti dell'originale fonte battesimale. La tradizione popolare chiama la basilica la "chiesa del diavolo": la leggenda, infatti, racconta che la stessa fu distrutta dal Maligno per impedire la celebrazione del matrimonio e da lui stesso riedificata, per volere divino, in una sola notte di lavoro febbrile, ma lasciata incompleta.

A Lomello ci sono anche la chiesa romanica di San Michele (XII secolo), con un tiburio ottagonale, ed il castello (XV secolo), che conserva affreschi cinquecenteschi di pregevole fattura e due mosaici romani ritrovati, con numerosi altri reperti archeologici, nel sottosuolo del paese.

Se nella mattinata avete ancora tempo potreste andare a dara un’occhiata anche alla Pieve di Velezzo suggestiva chiesetta pievana con annesso uno spettacolare battistero di forme romaniche dedicato a San Giovanni.

Per la pausa vi consigliamo di spostarvi a Mortara, nella frazione Cattanea, per gustare i piatti della tradizione lomellina proposti nell’Agriturismo Manzini. L’agriturismo è aperto a pranzo tutti i giorni, La sera fa servizio solo il giovedì (tutto dedicato al riso) ed il sabato. E’ possibile anche pernottare in una delle 7 camere, che permettono il più totale relax. (Info, prenotazione: www.agrtiturismomanzini.it)

Dopo il pranzo, vi consigliamo di spostarvi alla Pieve del Cairo alla Cascina San Marzano, che costituisce parte del patrimonio rurale della Lomellina; la sua struttura originaria risale al ‘700, come risulta da una carta topografica della seconda metà del XVIII secolo, conservata nell’Archivio Comunale di Pieve del Cairo. Il suo nome deriva, molto probabilmente, da San Marzano (o San Marciano), vescovo di Tortona, suo patrono. La Cascina è l'esempio della tipica unità produttiva ed abitativa che, per secoli, ha dominato la scena sociale ed economica della regione e di Pieve del Cairo. La sua storia è strettamente collegata a questo territorio che era noto, fino agli inizi del XIX secolo, per la sua fervida attività agricola e, soprattutto, per la sua vocazione risicola. I suoi 135 ettari di terreni agricoli sono percorsi da una fitta rete di corsi d’acqua storici, naturali e artificiali, come la Roggia Molinara e la Roggia dei Prati. Nei 30 ettari di bosco che la circondano, sopravvivono ancora alcuni esemplari di rari ontani in cui è possibile avvistare le gallinelle d’acqua e gli aironi.

A Robbio, infine, consigliamo di visitare l’Azienda agrituristica Pescarolo, Molino Miradolo, molto frequentata dai pellegrini che percorrono il tratto locale della via Francigena e dalle scolaresche (è fattoria didattica). La specialità di questa azienda è il “Vino dei Celti”, raro esperimento di archeologia del paesaggio e dei sapori che ha portato alla costruzione di un podere agricolo di epoca pre romana con il vigneto coltivato seconda la tecnica dell’”Arbustum Gallicum,” descritto dagli storici romani del II secolo a. C. (Info: www.agriturismopescarolo.it/)

La visita si potrebbe concludere a Rosasco dove c’è la Chiesa di San Valentino e, in particolare, un’opera ascrivibile a Tomasino da Mortara conservata nella sagrestia e raffigurante una Crocifissione e il suggestivo borgo.

Info: Gal Risorsa Lomellina Scarl - Via Cavour 55, Mede (PV) - galrisorsalomellina@gmail.com - www.galrisorsalomellina.it/

Giovanni Scotti

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